Lo stabilimento che realizza motori diesel sembra rimanere al palo. Le segretarie Barberis e Rizzo chiedono che si inizi a ragionare anche di una riconversione produttiva: “Ci sono più di 900 famiglie a rischio”
Preoccupava da anni la Fiom-Cgil, ora anche la Fim-Cisl si chiede che fine farà lo stabilimento Vm di Cento, soprattutto dopo che l’ad di Stellantis – il nuovo gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa – ha detto “il gruppo sta procedendo a velocità verso l’elettrificazione”.
Dichiarazioni, osservano Bruna Barberis e Sandra Rizzo, segretaria generale della Cisl e segretaria della Fim, che “sono sicuramente positive per il contesto in cui dobbiamo arrivare, ma stanno creando preoccupazioni sul futuro di molti stabilimenti italiani, primo fra tutti lo stabilimento della Vm Motori di Cento che con i suoi 919 dipendenti produce motori diesel per auto del mercato americano Jeep Wrangler e Ram e in minor numero motori diesel per veicoli industriali e marini”.
“Lo stabilimento di Cento ha assistito negli ultimi 5 anni ad un crollo del 25% dell’occupazione e sta viaggiando alla metà della propria capacità produttiva con un utilizzo costante di ammortizzatori sociali – osservano le due sindacaliste -. Il motore che oggi si produce per il mercato americano e che vede occupato il 70% della forza lavoro dello stabilimento, cesserà nel 2023 e ad oggi non è per nulla chiara la prospettiva in quanto non c’è alcun progetto di sviluppo di nuovi propulsori che possa essere di supporto alle produzioni dopo il 2023 con il risultato che il centro tecnico presente all’interno dell’azienda con più di 200 tecnici d’eccellenza è destinato ad un lento spegnimento come del resto la produzione”.
Cento, peraltro, come osservano ancora Barberis e Rizzo, è l’unico stabilimento ex Fca che produce motori (gli altri sono Pratola Serra, Termoli) per il quale non è stato avviato o pensato ancora un progetto di rinnovo produttivo: “Le preoccupazioni che come Cisl e Fim di Ferrara abbiamo sono concrete, non vorremmo arrivare alla presentazione del piano industriale di Tavares e dover prendere atto che lo stabilimento della Vm Motori di Cento non è in esso contemplato: ci sono più di 900 famiglie a rischio”.
Da qui l’invito a un’azione politica di tipo preventivo, prima che sia troppo tardi: “Onde evitare che venga intrapresa la strada del lento spegnimento, crediamo che il territorio di Ferrara, la Regione ed il Mise debbano prestare particolare attenzione al sito produttivo di Cento anche in un contesto di un’eventuale riconversione produttiva affinché si possa dare continuità occupazionale.
Le responsabilità di chi amministra il territorio, di chi rappresenta le imprese – concludono Barberis e Rizzo – non può sottrarsi al confronto che deve trovare una soluzione per salvaguardare il tessuto produttivo, le professionalità che esso esprime perché a rischio non ci sono solo 900 famiglie, ma anche l’economia da indotto che Vm immette sul territorio”. Fonte sindacale