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TEMPI D’ATTESA: GLI INTERVENTI DELLE AZIENDE SANITARIE FERRARESI PER MIGLIORARE LA RISPOSTA

DiComunicato AUSL FE

Giu 28, 2024

Ridurre il più possibile i tempi di attesa. È questo l’obiettivo del piano messo in campo dalle Aziende sanitarie ferraresi, su indicazione della Regione Emilia Romagna che, a tale fine, ha stanziato 30milioni di euro.

Ricerca di nuovi professionisti da inserire nelle aree in cui si registrano maggiori criticità, aumento dell’acquisto di libera professione e prestazioni da privato, miglioramento dei percorsi in generale e per i pazienti fragili e cronici in particolare. Attraverso la voce dei professionisti vi raccontiamo le principali azioni avviate in provincia di Ferrara.

Il Dipartimento ad attività integrata di Diagnostica per immagini e di laboratorio

Il professor Melchiore Giganti, che dirige il Dipartimento ad attività integrata di Diagnostica per immagini e di laboratorio, ci ha illustrato l’attività e le peculiarità del suo dipartimento. “Il nostro dipartimento – spiega Giganti – è diviso in due aree: la diagnostica per immagini e il laboratorio. La diagnostica per immagini è un dipartimento molto grande e articolato, che insiste sui tre Ospedali del territorio e le Case di Comunità della provincia di Ferrara. Vengono svolte in totale circa 270/280mila esami all’anno. La composizione delle attività è particolarmente complessa: si va dalle attività di tipo interventistico, alle diagnostiche complesse in risonanza magnetica ma anche le tac vengono svolte in gran numero, prevalentemente nel campo dei pazienti oncologici. Poi ci sono delle sotto-specialità radiologiche per cui esistono dei piccoli gruppi di professionisti che sono dedicati a temi diversi (ad esempio risonanze, ecografie e diagnostica interventistica). Le attività radiologiche del dipartimento sono ampiamente integrate tra le due aziende. Purtroppo, viviamo un periodo di scarsità di risorse umane, in particolare di specialistiche radiologiche, ma anche del comparto e degli infermieri, per cui fare massa critica, cioè cercare di collaborare e di lavorare come un unico gruppo ci consente di affrontare sfide importanti non solo di tipo qualitativo, ma anche di tipo quantitativo”.

Le azioni strategiche della radiologia territoriale per ridurre i tempi di attesa

Tra le prime ad attivarsi, con azioni specifiche volte alla riduzione dei tempi di attesa, c’è stata la radiologia territoriale. “Quella della riduzione dei tempi di attesa – spiega Roberto Rizzati, Dir. Unitò operativa Radiologia Provinciale Azienda USL Ferrara – è una sfida che condividiamo con la Direzione aziendale, la direzione di Dipartimento e soprattutto, nel caso della radiologia, con la Direzione tecnico-infermieristica, perché gli esami radiologici dipendono non solo dal medico radiologo, ma anche dall’infermiere e dal tecnico. Dalla fine di marzo, è stata rimodulata l’attività delle agende, della specialistica, degli esami con maggiore criticità a livello di gestione delle liste di attesa, e soprattutto sono state rimodulate, ove possibile, le agende in termini di tempistica di esecuzione degli esami, come TAC ed ecografie, per cercare di garantire un maggior numero di prestazioni. Abbiamo inoltre cercato di ottimizzare la disponibilità dei medici radiologi, anche a distanza, da ospedali diversi, attraverso le telerefertazioni. I percorsi ambulatoriali per pazienti cronici sono stati rivisti e sono stati aumentati i posti disponibili e le possibilità di prenotazione, soprattutto per i pazienti oncologici, per i quali vengono prenotate le visite di controllo future direttamente al momento della visita, senza passare dal CUP. Altro aspetto della riorganizzazione delle isorisorse, prosegue Rizzati, è stata l’attivazione di prestazioni in orari non usuali, per esempio all’Ospedale del Delta, due sere alla settimana e il sabato pomeriggio vengono eseguiti esami di risonanza magnetica. In futuro, contiamo di far diventare il sabato e la domenica giornate fisse dedicate alla specialistica. In aggiunta, c’è stata l’acquisizione da parte dell’azienda di ore in aggiunta che hanno avuto una forte adesione. Non dimentichiamoci – sottolinea Rizzati – che nonostante la carenza di medici radiologi, in questo momento, sia un problema nazionale, l’Azienda ci ha garantito l’attivazione di due medici a tempo determinato e ci ha dato la possibilità di fare un concorso per specialistiche ambulatoriali con particolare riferimento ai radiologi e la possibilità di attingere alla graduatoria concorsuale dell’Azienda ospedaliera universitaria. Non ultimo, il 27 giugno scade il bando per l’assunzione di medici radiologi sull’Azienda Usl, quindi direi che da questo punto di vista siamo assolutamente coperti”. 

Le azioni messe in campo dal Dipartimento di Diagnostica per Immagini e di Laboratorio

“Per quanto riguarda le azioni messe in campo a livello dipartimentale – sottolinea Melchiorre Giganti, direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e di Laboratorio – oltre a quelle avviate dalla Radiologia Territoriale, siamo intervenuti in termini di aumento di attività istituzionali. Questa azione di ridistribuzione interna ha portato all’ottimizzazione del servizio per esterni, in particolare in campo ecografico, dove c’era un po’ più di necessità. Anche su Tac e Risonanze abbiamo aumentato le prestazioni. Grazie a questo, i tempi di attesa, che sono monitorati accuratamente, stanno migliorando. Tuttavia, dobbiamo considerare che i tempi di attesa sono il risultato di una concomitanza di fattori: possiamo aumentare la produzione ma se non cerchiamo di calmierare l’entrata rendendo appropriate le richieste, rischiamo di effettuare molte più visite, ma compromettendone la qualità. Cosa che fino ad ora non è successa ma, sappiamo, che è un rischio esistente”. 

L’appropriatezza delle prescrizioni, quali interventi per garantirla

“È importante che le attività di diagnostica siano appropriate – mette in evidenza Melchiore Giganti, direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e di Laboratorio – il che significa fare la cosa giusta al momento giusto. La conoscenza degli strumenti migliori che si possono mettere in campo per ottenere un risultato clinico, è in mano al professionista radiologo, ma ciò non toglie che il medico prescrittore sia responsabile della scelta di attivare un esame diagnostico. Oltretutto, esiste anche l’intervento della volontà del paziente. È un gioco a tre, tra medico prescrittore, paziente e medico esecutore dell’esame, che deve essere coordinato e migliorato, perché non sta funzionando perfettamente. È una sfida culturale che rincorre anche l’evoluzione tecnologica, quindi non è detto che immediatamente sia disponibile a tutti la conoscenza, soprattutto da parte dei pazienti, nonostante attualmente siano molto più informati di una volta. C’è da dire – prosegue Giganti – che l’appropriatezza in radiologia ha un aspetto anche di sicurezza, perché, non tutti, ma la maggior parte degli esami radiologici ha un costo in termini biologici: somministrare radiazioni implica comunque un rischio. È un rischio molto contenuto per il singolo individuo, ma sui grandi numeri della popolazione va tenuto conto. Quindi, questo costo biologico viene attentamente valutato dal radiologo ogni volta che si fa un esame sempre per garantire la massima sicurezza dei cittadini e dei pazienti”.

“Il paziente – aggiunge Roberto Rizzati – direttore di radiologia territoriale, nel corso degli anni, si è istruito e ha una sempre maggiore conoscenza degli esami radiologici, chiede se la TAC è a basso dosaggio, quante acquisizioni si fanno durante la TAC, e domande simili. Quello che noi dobbiamo essere bravi a fare, è informare i cittadini senza spaventarli, perché dove è necessario non ci si può esimere da fare una certa tipologia di esami, ma bisogna tenere in considerazione allo stesso tempo che gli aspetti di radioprotezione non possono essere trascurati, soprattutto per i pazienti giovani al di sotto dei 50 anni”.