Di Giuliano Monari
Si dimette la consigliere Federica Salvi dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Borgatti. Rischia di saltare l’intero CdA. Immediata surroga da parte del sindaco Lodi. Si tratta di una piccola ‘scossa’ quella che ha attraversato il CdA della Fondazione Teatro Borgatti di Cento che ha realmente rischiato di far decadere il Consiglio a causa delle annunciate dimissioni di uno dei restanti membri che avrebbe fatto mancare il numero minimo legale per la sussistenza dello stesso organismo dirigente. Per evitarne che l’intero CdA decadesse dunque, si è proceduto ad un veloce avvicendamento all’interno del Consiglio presieduto dall’avvocato Claudia Tassinari che ricopre anche l’incarico di assessore alla Cultura del Comune di Cento. Alberto Rabboni, già presidente dell’Università Aperta di Cento, subentra dunque alla dimissionaria Federica Salvi. Dopo John Strada e Beatrice Greco, che nell’arco dell’ultimo anno per motivi professionali e personali hanno lasciato il CdA, anche Federica Salvi ha preannunciato nei giorni scorsi le sue dimissioni dal consiglio della Fondazione. Era da qualche giorno che negli ambienti vicini alla Fondazione si vociferava di probabili dimissioni. All’origine della sua rinuncia all’incarico di consigliere da parte di Federica Salvi, pare – il condizionale è d’obbligo – via sia il fatto che i consiglieri della Fondazione hanno l’obbligo di dover rendere pubblici i propri redditi. Un vincolo che evidentemente alla Salvi non deve essere piaciuto, per un’attività che, da un lato richiede tanto impegno e responsabilità, dall’altro viene svolta a titolo completamente gratuito. Così, con le sue dimissioni, il Cda di cui fanno ancora parte Mirco Bortolotti e MariaCristina Barbieri, ha rischiato di saltare. Da qui, la decisione di surrogare la Salvi, ancor prima delle sue dimissioni ufficiali. Così il sindaco Lodi ha provveduto in fretta e furia a nominare in consiglio un terzo componente, appunto Rabboni. Una mossa quella del sindaco, giocata in extremis, per evitarne la decadenza del CdA e gettare alle ortiche tutto il lavoro profuso fino ad oggi. Tutti gli incarichi di consigliere, come del resto quello del Presidente, per deliberazione del precedente CdA non prevedono alcun compenso e nessun gettone di presenza. Rabboni dal canto suo ha dato immediatamente la propria disponibilità, ma in consiglio rimangono ancora due posti vacanti.