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SANITA’: LE AZIONI PER LA RIDUZIONE DEI TEMPI D’ATTESA RACCONTATE DAI PROFESSIONISTI CHE LE ATTUANO

DiComunicato AUSL FE

Giu 21, 2024

Ridurre il più possibile i tempi di attesa. E’ questo l’obiettivo del piano messo in campo dalle Aziende sanitarie ferraresi, su indicazione della Regione Emilia Romagna che, a tale fine, ha stanziato 30milioni di euro. 

Attraverso la voce dei professionisti vi raccontiamo le principali azioni avviate in provincia di Ferrara.

Il dipartimento interaziendale Cardiotoracovascolare 

Il professor Biagio Sassone, che dirige il dipartimento interaziendale Cardiotoracovascolare delle aziende sanitarie ferraresi, ci ha illustrato le branche specialistiche che rientrano nel suo dipartimento ed il ruolo strategico dello stesso, alla luce dell’incidenza di determinate patologie nella nostra provincia.

“Il Dipartimento Carditoracovascolare, spiega Sassone, è composto da due sotto aree che racchiudono le U.O. più simili dal punto di vista dell’omogeneità clinica. Nell’area cardiovascolare ritroviamo le due cardiologie delle Aziende Sanitarie ferraresi di Cento e del Delta per la cardiologia provinciale e la cardiologia Universitaria Ospedaliera di Cona. Poi abbiamo la chirurgia vascolare e il programma di malattie vascolari. La seconda area è quella pneumotoracica, dove ritroviamo la pneumologia provinciale dell’AUSL, la pneumologia ospedaliera universitaria e l’UO complessa di chirurgia toracica. Nell’ambito dell’area cardiovascolare dobbiamo ricordare anche la riabilitazione cardiologica. Essendo aree identificate da un punto di vista dell’omogeneità clinica, questo facilità la dialettica e il dibattito all’interno dell’azienda e soprattutto accelera i processi decisionali.”

“Guardando i dati aggiornati sulle prime cause di mortalità nella nostra provincia, mette in luce il direttore, si capisce perché questo dipartimento sia strategico: le prime 3 sono la malattia cardiovascolare (per la quale intervengono cardiologia e chirurgia vascolare), la patologia oncologica dove spiccano i tumori della trachea e del polmone (sui quali interviene la chirurgia toracica), e le malattie respiratorie (per le quali interviene la pneumologia).

Non solo, prosegue Sassone, la nostra provincia ha un indice di vecchiaia più alto di circa il 40% rispetto alla media regionale, questo spiega perché vi sia un’alta prevalenza di patologie croniche, come lo scompenso cardiaco o come le malattie respiratorie, l’asma, la BPCO. Dati aggiornati sullo scompenso cardiaco fotografano, nella provincia estense, almeno 6500 soggetti che hanno una qualche codifica che rimanda allo scompenso cardiaco. Ancora più grave il fatto, aggiunge Sassone, che ogni anno abbiamo un’incidenza di 2000 nuovi casi di scompenso cardiaco. È chiaro che questo genera prestazioni specialistiche in questo ambito”.

Le azioni strategiche per ridurre i tempi di attesa

“Sicuramente la prima azione correttiva che un direttore di U.O. deve fare è la riorganizzazione, spiega Biagio Sassone, rimodulando l’attività produttiva istituzionale e riformulando l’offerta in modo funzionale a dare risposte alle prestazioni specialistiche a maggiore criticità, come la visita cardiologica. Fondamentale in questo caso la flessibilità che permette di tenere il passo con la dinamicità della richiesta delle prestazioni, in termini sia di volumi che di tipologia. Ad esempio la pneumologia, sia la parte ospedaliera universitaria (diretta dal prof. Papi) che quella dell’AUSL, quindi provinciale (diretta dal prof. Contoli) con uno sforzo riorganizzativo delle risorse esistenti, è riuscita a recuperare 90 visite pneumologiche alla settimana in più rispetto a prima. Quando si parla invece di una riorganizzazione in termini di tipologia, l’esempio è la chirurgia vascolare: era in grande sofferenza con gli ecodoppler e dopo i primi interventi con le prime azioni migliorative sta rientrando completamente per cui adesso lo sforzo e le ore in più sono destinate verso le visite di chirurgia vascolare o vascolari flebologiche.”

“Il secondo intervento dopo lo sforzo riorganizzativo è quello, messo in atto già da alcuni mesi, dell’acquisto da parte dell’Azienda Usl di prestazioni sanitarie intramoenia ma extra orarie. Si chiede così al professionista di offrire alcune ore retribuite, fuori dal proprio orario di servizio istituzionale per sopperire alla mancanza di ore di prestazioni. Qui, sottolinea Sassone, c’è stata una grossa risposta da parte dei professionisti, mossi soprattutto da grande senso di responsabilità e di appartenenza al sistema sanitario nazionale. Questo intervento dell’Azienda Usl ha prodotto per la cardiologia provinciale (Cento e Delta) 64 ore in più, che si sono tradotte in quasi 200 visite in più al mese, a cui vanno aggiunte 50/60 ulteriori visite cardiologiche che l’Azienda ha comprato ai cardiologi del territorio; per la pneumologia integrata (Aosp e Ausl) 100 ore di attività in simil alpi al mese, ovvero circa 200 prestazioni in più e infine per la chirurgia vascolare 72 ore di attività aggiuntive. Se mettiamo insieme tutte queste ore, spiega ancora Sassone, siamo ad oltre 600 prestazioni aggiuntive che si riescono a recuperare con questa manovra.”

“Il terzo intervento che l’azienda sta facendo in maniera concreta è l’assunzione di personale sanitario. Poco meno di una settimana fa la Direttrice Generale ha approvato l’assunzione di 3 cardiologi, uno sulla cardiologia di Cona, uno sulla cardiologia di Cento, e uno sulla cardiologia del Delta. Ultimo strumento da utilizzare, è l’acquisto di una della libera professione dei professionisti da parte dall’Azienda che utilizza quei posti per inserire pazienti che sono in attesa con le liste CUP. Il paziente pagherà il ticket, o non lo pagherà se esente, e la quota che rimane per completare la tariffa del professionista verrà integrata dall’Azienda sanitaria”.

Le azioni messe in campo dalla UO di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cona

“L’UO di Cardiologia dell’Aosp-Univ. S. Anna, ha come compito prevalente quello di gestire le problematiche interventive, ma, sottolinea il suo direttore Gabriele Guardigli, ha aderito con grande determinazione al progetto di riduzione dei tempi di attesa con una serie di iniziative. Il problema principale delle liste d’attesa riguarda le prime visite, i primi accessi e l’esecuzione degli elettrocardiogrammi. A tal proposito sono stati ampliati gli orari di apertura degli ambulatori di visita cardiologica con elettrocardiogramma presso la Cittadella San Rocco, per tutti i pomeriggi della settimana, con un totale di 20 ore aggiuntive che saranno aumentate dal mese di luglio, e raddoppiate le attività. Inoltre un numero rilevante di pazienti, oltre 120/130 a settimana, vengono gestiti ad attività di primo livello nella nostra UO. Sul fronte del personale avremo l’arrivo di un nuovo cardiologo che ci aiuterà a gestire meglio questa attività mentre per quanto riguarda l’organizzazione ci stiamo impegnando a gestire al meglio tutti gli spazi possibili e le attrezzature, inoltre stiamo cercando di attivare nuovi ambulatori in qualunque modo e anche nei giorni festivi.”

Tutte attività che vengono portate avanti da equipe multidisciplinari altamente specializzate

“Il lavoro di squadra vuol dire un coinvolgimento a 360 gradi del personale sanitario. La nostra UO è mista, universitaria e ospedaliera, per cui c’è grande attenzione anche alla ricerca. Per tutte le attività è molto importante la condivisione con il personale infermieristico e con lo staff medico, conclude Guardigli, perché la ricerca e la formazione sono tra le principali mission della nostra UO che è anche quella che forma i nuovi cardiologi, aspetto quest’ultimo molto importante per immettere nel mondo del lavoro nuovi professionisti adeguatamente preparati”.

L’appropriatezza delle prescrizioni, quali interventi per garantirla 

“La nostra è una provincia dove sicuramente, indipendentemente da quello che è il profilo demografico, si prescrivono molte prestazioni specialistiche. Il governo della domanda, ci tiene a mettere in evidenza Biagio Sassone dir. Dip interaziondale Cardiotoracovascolare, è un aspetto importantissimo che richiede probabilmente un intervento più strutturato. Che sia un tema fondamentale lo ribadisce il decreto legge 73 del 7 giugno, che consente all’organo di controllo che deve monitorare l’appropriatezza prescrittiva di fare uso di piattaforme di intelligenza artificiale. Per essere più pratici, una soluzione, potrebbe essere vedere chi sono i principali prescrittori e coinvolgerli nella condivisione di documenti nazionali e linee di indirizzo regionali, che parlano di appropriatezza prescrittiva. Non solo, prosegue Sassone, anche organizzare periodicamente corsi di formazione e aggiornamento su questi temi con i giovani medici di medicina generale, e ancora coinvolgere alcune rappresentanze di questi medici nell’elaborazione di documenti contestualizzati a livello provinciale. Infine un riferimento alla telemedicina che, con il teleconsulto, potrebbe essere di grande aiuto ad esempio nell’evitare la richiesta di una prestazione, consentendo magari ai medici di medicina generale una porta telematica di ingresso e di confronto in un reparto di specialistica. Ecco questo approccio, conclude Sassone, credo possa essere una buona modalità per cercare di contenere quelle che sono prestazione verosimilmente inappropriate o inopportune”.