la nostra video intervista all’interno del servizioDi Giuliano Monari
“Vivo in queste condizioni da 15 giorni, mi faccio la doccia con l’acqua fredda del pozzo e nella roulotte di giorno ci sono oltre 40 gradi. Secondo voi è normale? Chiedo alle istituzioni di essere aiutato a ritrovare la mia dignità di uomo e di cittadino italiano”. Questa è la denuncia, forte, che Riccardo Borgatti, 52enne corporenese affida alla video-intervista che pubblichiamo qui sotto con tutta l’amarezza che un cittadino italiano deve avere in corpo dopo essersi ritrovato in una situazione di forte disagio avendo perso lavoro e casa. Riccardo è amareggiato soprattutto perché, spiega, “dopo essermi rivolto ai servizi sociali del Comune di Cento, ho ricevuto solo rinvii e promesse di interessamento. Intanto, però, all’interno di questa roulotte messami a disposizione da un amico, come un barbone, ci sto vivendo io. Continuo a stare qui e a sostentarmi grazie alla solidarietà di tanta gente tra cui tanti amici a cui dico grazie, ma – dice: non si può vivere a lungo in queste condizioni in un paese civile. E’ inaccettabile”. Il tam-tam tra cittadini ed amici di Riccardo ha funzionato fin da subito e, dopo essersi ritrovato su una strada, ha ottenuto in prestito una roulotte da un amico che gliel’ha parcheggiata in una sua proprietà in via Pedagna al numero 5 nel cortile. Però – spiega Riccardo – “qui non è certo una situazione di sicurezza”: di notte, in aperta campagna, non c’è da stare allegri a dormire da soli e, oltre alla solitudine, ai pensieri, si aggiunge anche l’angoscia di un nuovo giorno che sta per arrivare sempre in attesa di risposte concrete da parte delle istituzioni. L’amarezza di Riccardo si è fatta sentire ancor di più quando – riferisce – “ho letto la risposta che l’assessore ai servizi sociali mi ha dato attraverso i giornali”. L’assessore, infatti, attraverso gli organi di informazione ha fatto sapere a Riccardo Borgatti che “L’Amministrazione comunale nella figura dell’Assessore Manderioli, tiene a precisare che il percorso intrapreso dal Sig. Riccardo Borgatti e pubblicizzato sulla stampa, non aiuta ne favorisce ad accorciare i risultati della presa in carico già avvenuta presso i Servizi Sociali. Questi ultimi sono fortemente sollecitati da una crisi che sposta molto gli obiettivi del servizio stesso dalla progettualità e dalla programmazione, verso il tamponare situazioni di grossa criticità. In quest’ambito, la priorità viene data considerando le fragilità di nuclei familiari con minori a carico. Per Riccardo si sta facendo tutto ciò che è possibile ed equo, prescindendo da ogni condizionamento mediatico”. “Non ho fatto mai del male a nessuno – si sfoga Riccardo – vorrei sapere perché non ho diritto ad un aiuto per ricominciare ad avere una vita dignitosa! Credetemi, dover chiedere continuamente da mangiare ed altre piccole cose per la vita quotidiana è umiliante”.
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