di Marco Cevolani
Domenica 12 giugno anche a Cento si vota per i referendum: i seggi saranno aperti dalle 7 alle 23.
I quesiti sono cinque:
1 Abrogazione del Testo Unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi
2 Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274 comma l, lettera C, codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e segnatamente di esigenze cautelari nel processo penale
3 Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio delle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati
4 Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari.
5 Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del CSM
A infiammare le polveri di una consultazione elettorale che rischia di passare sotto silenzio (ricordiamo che per essere validi i referendum devono vedere la partecipazione di almeno il 50%+1 degli aventi diritto, inoltre si può scegliere di votare anche per una parte dei cinque quesiti.) ci ha pensato una direttiva del Viminale che impone la mascherina per i componenti del seggio e di chi si reca al seggio per votare, ma è novità dell’ultimora di una interpellanza dell’On. Borghi per chiedere chiarimenti: infatti ormai la mascherina non è più obbligatoria in molti luoghi e si corre il rischio che chi non la porta con sé al seggio debba ritornare indietro.
E le posizioni dei partiti? La Lega è schierata per il SI a tutti i requisiti referendari. I partiti della cosiddetta sinistra antagonista, a partire da PCI e Rifondazione per il NO.
Curiosa invece la presa di posizione del Partito Democratico Centese che ribadisce, in una lettera inviata dal segretario comunale a tutti gli iscritti, che “su questi referendum non esiste una disciplina di partito, nel senso che ognuno deve essere libero di scegliere in autonomia e in maniera consapevole”.
Il PD ha sempre fatto della giustizia un cavallo di battaglia e questi quesiti, se approvati, andrebbero a stravolgere molte delle norme o dei capisaldi del PD in questa materia, a cominciare dalla separazione delle carriere dei magistrati. E’ quantomai curioso che il PD, almeno quello centese, sia per la linea morbida: prove di governissimo anche per la prossima legislatura?