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QUANDO LA SCUOLA NON E’ SOLO UN CONTENITORE DI MURATURA

DiGiuliano Monari

Ott 10, 2017

Ancora una volta, su temi importanti come una riorganizzazione della rete scolastica, apprendiamo attraverso le pagine dei giornali della
volontà di un Sindaco di modificare l’assetto degli Istituti Scolastici del proprio territorio.Ancora una volta un percorso annunciato, organizzato e confezionato per
i cittadini senza prima approfondire le reali conseguenze che si
potrebbero verificare nella quotidianità della scuola della comunità.
Come sindacati dei lavoratori del comparto della conoscenza abbiamo la
convinzione che le parole d’ordine della scuola quali “qualità
dell’offerta formativa”, “didattica laboratoriale e progettuale”,
“sicurezza”, “inclusione”, “collegialità”, e anche “edilizia scolastica”
dovrebbero essere il fil rouge di una scuola vera e partecipata da tutti
i soggetti che la vivono direttamente e indirettamente. Questi soggetti
sono il personale scolastico tutto (collaboratori scolastici, assistenti
amministrativi, direttore dei servizi amministrativi, dirigente
scolastico, docenti, educatori), studenti, genitori, parti sociali.
Quindi tutti i cittadini di una comunità interessati ad un nuovo assetto
organizzativo degli Istituti Comprensivi.
E’ chiaro che la competenza è a capo degli enti locali. Il ruolo che
dovrebbero avere le istituzioni politiche però è quello di agevolare il
confronto e di trovare la migliore soluzione dopo aver raccolto tutte le
esigenze e valutato i problemi. E’ la difficile operazione del governo
della cosa pubblica, che se praticata nella modalità della
partecipazione, è sicuramente ciò che garantisce a tutti i soggetti che
la decisione ultima è stata raggiunta nel rispetto democratico.
Come sindacati dei lavoratori del comparto avevamo manifestato già da
tempo al Dirigente dell’Ufficio Ambito Territoriale di Ferrara (ex
Provveditorato) la necessità di affrontare una riorganizzazione diversa
degli Istituti scolastici comprensivi dell’alto ferrarese che potesse
risolvere la situazione della scuola del Comune di Terre del Reno (IC S.
Agostino) da sempre numericamente sottodimensionata. Pensiamo che non
sia necessario stravolgere la geografia delle scuole del Comune di Cento
per risolvere il problema del sottodimensionamento dell’Istituto di
Terre del Reno, ma favorendo un confronto tra tutti gli attori, dai
sindaci dell’alto ferrarese, della stessa città di Ferrara, dai
Dirigenti Scolastici, fino alla Conferenza Provinciale tripartita, per
arrivare infine al coinvolgimento dei Collegi Docenti, dei Consigli di
Istituto e di vere proprie assemblee cittadine, sia il percorso
partecipato da praticare prima di arrivare alla presentazione della
proposta in Consiglio Comunale.
Istituti scolastici enormi dal punto di vista numerico non consentono
una qualità della didattica adeguata, non garantiscono la sicurezza, la
corretta assistenza alla disabilità. Il sistema di calcolo e
attribuzione dell’organico ATA (numero di collaboratori scolastici,
assistenti amministrativi) non viene più assegnato in modo proporzionale al superamento della soglia dei 1200 alunni. Quindi quando si supera
questo numero di iscritti si amplificano i problemi di gestione della
scuola. Ricordiamo che il Ministero della Pubblica Istruzione fissa a
600 il numero degli alunni che consentono ad un Istituto di avere il
Dirigente Scolastico e che la Regione Emilia Romagna da l’indicazione di
non superare i 1200 alunni per ogni Istituto Comprensivo.
Come sindacati stiamo denunciando da anni una vera e propria emergenza
del personale ATA che sta mettendo a repentaglio la sicurezza
all’interno delle scuole. Sempre di più i corridoi degli istituti
scolastici restano sguarniti dalla sorveglianza necessaria perché la
normativa impedisce la corretta sostituzione del personale assente. Se
questa situazione, ormai al limite, si dovesse incastrare sulla mancata
attribuzione di risorse di personale data dal calcolo del sistema
ministeriale, cosa potrebbe accadere al futuro POLO SCOLASTICO DEL
CAPOLUOGO di Cento da 1890 studenti (soglia numericamente molto lontana
dai 600 alunni previsti dal Ministero)?
Infine, quando si parla dell’istituzione che pratica l’inclusione perché
rappresenta il vero valore dell’esperienza di crescita degli individui,
ecco che le condizioni di accoglienza devono essere al massimo. Negli
istituti scolastici numericamente enormi non si hanno tutte le risorse
di personale che garantiscono l’adeguata accoglienza/assistenza ai
bambini/ragazzi disabili.
Auspichiamo che nelle prossime settimane i Sindaci mettano in campo
tutta quella rete di assemblee pubbliche e di richiesta non solo dei
pareri dei Collegi Docenti e dei Consigli di Istituto (seppur non
vincolanti), ma di raccolta di vere e proprie proposte finalizzate a
trovare la migliore soluzione per gli Istituti Comprensivi dell’alto
ferrarese.
FLC CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA
Hania Cattani Alessandra Zangheratti Paolo Accardo