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Prima domenica di Carnevale a Persiceto: tante le società carnevalesche e i gruppi che si sono sfidati con carri e esibizioni

DiMarco Cevolani

Feb 24, 2025

La 151a edizione del Carnevale storico di Persiceto ha preso il via domenica 23 febbraio nella centrale piazza del Popolo dove si sono tenuti gli spilli di nove carri e le esibizioni di tre mascherate singole e sei di gruppo. Un tripudio di colori, scenografie e forme inaspettate ha stupito i tanti spettatori. Nella frazione di San Matteo della Decima si è tenuta invece la 136a edizione dell’omonimo Carnevale che ha visto sfilare otto carri introdotti dalle famose zirudelle.

Il carnevale storico persicetano, giunto quest’anno alla sua 151a edizione, ha preso il via con il discorso della Corona pronunciato, rigorosamente in dialetto persicetano, da Re Bertoldo e con il saluto del notaio Giorgio Forni che, dopo trentadue anni di impegno nel formare la giuria preposta alla valutazione dei carri, ha annunciato il suo ritiro. L’esibizione delle mascherate è stata invece aperta dall’esibizione di Santón, storico carnevalaio persicetano di novantanove anni, che ha recitato la sua zirudella in dialetto presentando “Bizicléin e biziclàtt”. Oltre all’esibizione di tre mascherate singole e sei di gruppo, ben nove carri di prima categoria hanno sfilato ed eseguito il tradizionale Spillo®, “al Spèl”, nella centrale piazza del Popolo, davanti all’affollata tribuna di spettatori e alla giuria (quest’ultima segreta e nascosta dentro al Palazzo del Municipio). I vincitori della competizione verranno rivelati solo domenica 2 marzo durante la seconda giornata di sfilata dei carri. Sergio Vanelli, speaker storico del Carnevale e la conduttrice Carlotta Savorelli hanno presentato insieme la kermesse introducendo e commentando le esibizioni di tutte le società. 

I Figli della Baldoria hanno aperto le sfilate e presentato “Non è vero ma ci credo” affrontando il tema del destino umano in perenne equilibrio fra fortuna e sfortuna. Nella rincorsa umana a far pendere la bilancia verso la buona sorte, l’eterno albero della vita domina su tutto. 

La società Bròt&Cativ ha invece omaggiato il personaggio di Ulisse col carro“Leggenda degli uomini ordinari”, in cui la storia del famoso eroe omerico viene mostrata come un insieme di storie di personaggi secondari che gli hanno consentito la fama. Il carro, caratterizzato da un’elegante scenografia sui toni dell’azzurro e del blu, si chiude infatti con la frase “Siamo fili intrecciati nella trama della storia”. 

La società Mazzagatti con “Ad occhi aperti” invita a rivalutare la creatività che spesso viene repressa da un mondo omologato e orientato al solo risultato. L’uso dei colori e della fantasia dà vita a un caleidoscopio di paesaggi, uomini e animali che sostituiscono la grigia realtà iniziale. 

I Gufi riflettono quest’anno sull’evoluzione umana e con “Antropoc’era” ricordano il principio darwiniano secondo il quale quella che sopravvive non è la più forte, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti. La narrazione del carro parte dall’alba del mondo, resa con una bella citazione kubrickiana, e arriva all’homo sapiens – fotografato con efficaci istantanee nel corso della storia. Mentre l’uomo, con la sua perenne volontà di dominio sul mondo, pare non cambiare mai, la natura invece, come un’araba fenice che rinasce dalle proprie ceneri, sorprende continuamente con specie animali nuove e meravigliose, incarnate in fantasiose appendici del carro. 

I Maistof conIl problema è reale. La soluzione? È carnevalescapongono il problema della denatalità italiana. Partendo da una rappresentazione con immagini di api e altri animali il carro si apre mostrando tre grandi cicogne e l’invito a procreare. Conclude l’esibizione l’arrivo di una carrozzina con un bebè che si chiama “Itaglina”. 

I Corsari hanno presentato Il bel Paese inscenando un’Italia che culla al suo interno una inesorabile perdita di identità. I più famosi monumenti italiani vengono sostituiti da insegne di varie attività commerciali e la nazione fagocitata da turismo selvaggio e nuove culture. La trasformazione del carro in zattera e la comparsa di Dante Alighieri con la citazione “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!” chiude l’esibizione auspicando una nuova ripartenza. 

La società Accademia della Satira con “Trenta, trenta, Trenta” ha riprodotto il Municipio comunale che gli spettatori della tribuna avevano in realtà alle spalle: due turisti alla scoperta del paese scoprono l’introduzione del limite di velocità dei trenta che trasforma la città in un luogo idilliaco, popolato da graziose anatre e da alberi fatti di colorati origami. 

La società Jolly&Maschere dedica il suo carro Egomostri, ovvero aspettative abusive a quella educazione che, attraverso una serie di asfissianti aspettative, toglie ogni libertà e spontaneità ai più giovani e al loro crescere. Spettacolari le coloratissime appendici di varie tipologie: dai piccoli pannelli con la citazione dei graffiti di Keith Haring, al grande e inquietante egomostro con le corna da diavolo e la coda da scorpione. 

Gli Afidi nella Scarpa conTic tac, tic, tac, doong doong, cucù cucù… ovvero in costante immobile movimento come un colibrì” presentano una riflessione sull’importanza del tempo. Attraverso un orologio che corre velocissimo, una novella Alice nel paese delle meraviglie si ritrova donna, poi ragazza e infine bambina. Sarà proprio un coniglio a suggerirle che il tempo è prezioso e personale e va speso come meglio si crede. Il carro si chiude con un diario che riporta la scritta “Caro diario, ho trovato il tempo”.

A San Matteo della Decima invece, dopo il discorso di Re Fagiolo di Castella, hanno sfilato i carri allegorici di 8 società, sfilando nelle vie del centro ed esibendosi, in piazza delle Poste, di fronte alla giuria e al popolo con le tradizionali “zirudelle”, poesie in versi dialettali a rime baciate che vengono recitate per spiegare il soggetto del carro e per preparare il pubblico allo svolgimento e alla trasformazione. I carri hanno poi abbandonato la piazza con un ricco gettito di caramelle, peluche, gonfiabili, palloni, e tanto altro per rendere ancora più partecipe il pubblico presente. Speaker della 136a edizione del carnevale di San Matteo della Decima è stato Gian Marco Rusticelli.

Ha aperto la sfilata la società Mambròc con il carro di Re Fagiolo di Castella. A seguire hanno sfilato i Gallinacci con “Al zarvèl, al côr e al curâg’” (il cervello, il cuore e il coraggio), i Pundgàz con “L’è pròpi òura d’nâ bèla svólta!” (è proprio ora di una bella svolta), i Cíno con “Ocio a la nutezia!” (occhio alla notizia), i Sandròn con “Sogna positivo”, i Volponi con “Tiè!!!”, gli Strumnè con “Ritorno al futuro”, Qui dal ‘65 con “Guardare indietro, per andare avanti” e infine la società Macaria con “Sogna ragazzo, sogna…”.

Per entrambi i carnevali l’appuntamento è domenica 2 marzo con la seconda giornata di sfilata e le attese premiazioni.