Nella mattinata di giovedì 19 gli uomini della Squadra Mobile hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di due giovani responsabili di rapina in abitazione.
Uno dei due, T.F. di 31 anni, originario di Bondeno, ma da tempo dimorante nella zona di Comacchio, è stato rintracciato presso l’abitazione dei genitori, nel mantovano e condotto presso il carcere estense, il secondo S.A. di 28 anni residente nella zona di Migliarino è stato ristretto agli arresti domiciliari.
I fatti risalgono al 05 ottobre scorso, quando in tarda serata, una signora di circa 60 anni, mentre era nella propria abitazione di Massafiscaglia, riceveva una chiamata da parte di un uomo, che lei credeva essere un conoscente, il quale le preannunciava di essere in procinto di farle visita.
La donna, sola in casa, che vive della sola pensione, per nulla preoccupata per l’orario inconsueto, verso le 23 sentiva suonare alla porta ed apriva, pensando di trovarsi di fronte l’amico che doveva ritirare una coperta lavorata a maglia.
Nella circostanza, invece, due individui armati di un fucile d’assalto, una pistola a canna lunga e mascherati, entravano con violenza, terrorizzando la vittima.
Quindi iniziavano a rovistare in casa alla ricerca di denaro e, non soddisfatti del magro bottino di 230,00 € in contanti, le asportavano la carta postepay, sprovvista di fondi. Dopo avere minacciato e legato la vittima, con un nastro trovato in casa, i due rapinatori si allontanavano rapidamente.
La donna, poco dopo riusciva a liberarsi, ma non ad allertare immediatamente i soccorsi e denunciava solo il giorno successivo quanto verificatosi.
Le prime attività info-investigative consentivano agli Agenti della Squadra Mobile, di ricondurre il modus operandi e le descrizioni dei malfattori a due giovani arrestati il giorno dopo per aver tentato di rapinare ed abusare sessualmente, con la minaccia dello stesso tipo di armi, una prostituta nella prima periferia di Ferrara.
In particolare la donna, non solo riconosceva i passamontagna che erano stati sequestrati ai rapinatori della prostituta ma, dopo avere descritto alla perfezione l’arma lunga utilizzata, individuava il caratteristico rumore dei pallini in plastica contenuti nel caricatore.
Nei giorni successivi grazie ad alcune perquisizioni nelle rispettive abitazioni dei due arrestati, venivano recuperati tutti i capi di abbigliamento indossati la sera della rapina in abitazione ed in particolare una maglia con una cerniera laterale che addirittura uno dei due indossa in una foto sul suo profilo Facebook. Il ritrovamento della maglia ha convinto il giovane che le fonti di prove contro di lui erano schiaccianti e, pertanto, ha iniziato a collaborare, confessando la rapina, mentre il suo complice, si è chiuso in un ostinato mutismo che non gli è valso ad evitare il carcere.
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