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Poggio Renatico: Presentazione dei risultati dell’indagine svolta sullo stress del sisma nella popolazione dell’Alto Ferrarese

DiGiuliano Monari

Nov 21, 2013

Di Giuliano Monariconferenza stress dopo sisma poggio

Si è svolta ieri a Poggio Renatico la conferenza di presentazione dei risultati dell’indagine sullo stress del sisma nella popolazione dell’Alto Ferrarese.L’indagine è stata commissionata dalla Direzione del Distretto Ovest dell’Az.USL di Ferrara, promossa dall’Ufficio di Piano e realizzata grazie alla collaborazione dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari del Distretto, coordinata da una équipe interdisciplinare di sociologici, medici, psicologi e psichiatri dell’Azienda Usl e ha coinvolto, mediante la realizzazione di un’intervista telefonica, 252 cittadini residenti nei Comuni di Cento, Bondeno, Sant’Agostino, Vigarano Mainarda, Poggio Renatico e Mirabello. Le interviste telefoniche, realizzate mediante una apposita scheda scientificamente predisposta, sono state proposte a un campione di 339 cittadini residenti nei Comuni dell’Alto ferrarese individuati in base a indicatori che ne caratterizzano la “fragilità”. I  252 cittadini che hanno accettato di partecipare all’indagine rappresentano circa il 75% dei contattati, a fronte del restante 25%, 87 persone, che ha rifiutato l’intervista.

La ricerca si è concentrata sulle seguenti dimensioni:

  • sintomatologia ansiosa
  • perdita di beni materiali e relazionali
  • cambiamenti nelle abitudini, strategie di adattamento

L’obiettivo è indagare, con un approccio microsociologico, le percezioni dei cittadini rispetto al loro attuale stato di ansia e di preoccupazione e le strategie adottate  per fronteggiare le situazioni di stress e di disagio, focalizzando l’attenzione in particolare sulle persone che presentano condizioni di cosiddetta “fragilità” sociale e sanitaria: le persone in carico al servizio di assistenza domiciliare integrata, gli anziani soli, i nuclei familiari, fruitori dei contributi di autonoma sistemazione, la cui abitazione è diventata inagibile a seguito dell’evento sismico.  Alla domanda “Si sente più ansioso rispetto a prima?” il 64% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi abbastanza o molto più ansioso. Continuando su questa prima dimensione, dall’indagine emerge che il 68% del campione ha pensieri ricorrenti di quanto è accaduto durante il terremoto, e quasi il 18% dichiara che “continua a pensarci molto spesso”. Sul lato della preoccupazione, alla domanda “Quando Le si presenta un problema nuovo, si sente più preoccupato?” il 55% degli intervistati dichiara di sentirsi abbastanza o molto più preoccupato rispetto a prima. Il secondo aspetto indagato è la perdita dei beni, intesi sia in senso materiale che in termini di relazioni e di abitudini. La vita quotidiana, per una percentuale significativa delle famiglie intervistate, è ancora interessata da percorsi di adattamento e dai temi della perdita (sia di beni materiali, che relazionali). I cambiamenti intervenuti, sia a livello psicologico nel quadro della sintomatologia ansiosa, che a livello sociale, in relazione alle modifiche nelle abitudini dei singoli e delle famiglie, sembrano riflettersi in maniera piuttosto incisiva, seppur con le dovute differenze individuali, sulle condizioni di vita della popolazione intervistata. A livello generale, dalle risposte raccolte durante le interviste telefoniche appaiono comunque confermarsi una buona tenuta della rete familiare (quasi il 50% degli intervistati incontra i familiari tutti i giorni e circa il 30%  una o più volte la settimana) e, nei casi di utenti con problemi sanitari assistiti a domicilio, una presenza di servizi in grado di svolgere una funzione in un certo senso “protettiva” rispetto all’insorgenza di sentimenti di più forte e devastante disagio. Infatti alla domanda “Sono cambiate le sue abitudini, o quelle della sua famiglia?” due anziani su tre hanno risposto di non aver cambiato in maniera significativa la loro routine quotidiana, mentre questa è cambiata per il 73% degli intervistati che hanno usufruito dei contributi di autonoma sistemazione. Per quanto riguarda i cambiamenti nelle abitudini, gli intervistati di questo gruppo segnalano, in particolare, modifiche nell’uso dei locali di casa, nuove forme di coabitazione, variazioni nel tenore di vita e aspetti di natura logistica correlati ad un allontanamento della residenza dal luogo di lavoro, condizioni che spingono le famiglie più giovani a reinventarsi in nuovi percorsi di autonomia e che concorrono a creare una sensazione di “…sentirsi sempre in viaggio”. L’indagine nella sua completezza verrà presentata e approfondita nel prossimo Comitato di Distretto.

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