Riceviamo e pubblichiamo
La manifestazione che si è tenuta sabato pomeriggio nel centro storico di Cento porta ad alcune considerazioni.
Certamente vi è una dimostrazione di malessere che i manifestanti hanno voluto esprimere al Sindaco e alla Giunta comunale che governa la città del Guercino. Leggiamo le critiche della Centese calcio (per la verità non chiare, visto che fanno riferimento a bollette non pagate o a contributi pignorati da creditori), la rabbia dei comitati delle frazioni per la costruzione delle nuove scuole (per la verità già deliberate), l’annullamento dell’edizione invernale del carnevale 2014 (per la verità annullata di comune accordo con tutte e sei le società carnevalesche, cinque delle quali si sono infatti dissociate dalla manifestazione), il rientro in centro storico del mercato settimanale (per la verità mai sospeso e, a detta di tanti, molto ben servito in via S. Liberata). Ma vi era anche chi chiedeva maggiore sicurezza, con particolare riferimento alla microcriminalità crescente a Cento (come purtroppo in tutta Europa), e chi ha aderito per protestare contro l’eccessiva tassazione (decisa, in verità, dal governo centrale).
Tuttavia, fermandosi un attimo a riflettere sui motivi che hanno portato duecento o trecento persone a scendere in piazza contro il Sindaco di Cento e la sua Giunta, ci si accorge che in realtà a parte i problemi finanziari della Centese calcio e del suo Presidente, il resto – tutto il resto – è in realtà direttamente o indirettamente conseguenza dell’evento straordinario occorso nel 2012 (il terremoto) moltiplicato a dismisura dalla gravissima crisi economica di questi anni.
Sembrerebbe quindi che a questa manifestazione – ci dicono organizzata dalla Centese calcio – abbiano in realtà partecipato per lo più cittadini arrabbiati per le conseguenze ormai durissime della crisi economica rese ancor più gravi nel nostro territorio dal recente terremoto. Anche se, per la verità, non è mancata la presenza di rappresentati della politica locale e dei soliti noti della polemica.
Quindi, in tempi cosiddetti “normali”, tale manifestazione in una realtà operosa e sonnacchiosa come quella nostrana probabilmente non si sarebbe mai svolta. Anzi, non sarebbe stata presa nemmeno in considerazione. Come del resto la storia di Cento dimostra.
Il PdCI sezione Alto Ferrarese conferma la propria piena fiducia al Sindaco Lodi e alla Giunta, consapevoli che, sia pur con grandi fatiche, stanno facendo il possibile per dare risposta alle tante richieste della cittadinanza, pur nella difficoltà del periodo e nella scarsezza di mezzi a disposizione.
Ai manifestanti ci permettiamo di dire che esternare il proprio disappunto in maniera civile è certamente un sacrosanto diritto democratico; ma alla critica deve sempre seguire il dialogo perché il vero fine di ogni nostra azione è la ricerca della soluzione, equa e sostenibile, ai vari problemi di una collettività.
Italo Cariani, segretario Provinciale PdCI
Sauro Govoni, segretario PdCI sezione Alto Ferrarese