Il governo della Partecipanza Agraria di Cento, consapevole delle tante cose da fare per portare avanti la Divisione, ha compiuto un anno in sordina, senza torta né spumante ma con fuochi e fulmini lanciati da coloro che non hanno mai smesso di scaldarsi per realizzare il sogno di una vita: di prendere o riprendere posto sulla agognata sedia. Ma perché non l’hanno meritoriamente mantenuta quando l’avevano conquistata 5 anni fa e su di essa sembravano saldamente incollati? Non sono stati abbattuti dall’opposizione né tanto meno da quei partecipanti che si ricordano dell’Ente solo in occasione di piccoli interessi privati o nell’anno della Divisione quando tradizionalmente si presentano a “riscuotere l’obolo”. Questi intrepidi amministratori, da soli si sono interdetti! Come fu per gli antichi Babilonesi, la loro ambizione comune di toccare il cielo era già minata alla base. Parlavano linguaggi diversi, avevano aspettative diverse e fino dai primi passi l’impalcato ha prima mostrato crepe e poi ha fragorosamente ceduto crollando rovinosamente addosso alla base partecipante.
Non
sono certamente rammaricato per la richiesta di discussione di una
mozione di sfiducia nei miei confronti e dell’intera Magistratura;
ma talmente sorpreso dalla motivazione che ho creduto dettata da
quella stima e amicizia che in fondo ci lega. La “composta” di
minoranza richiedente sfiducia poteva addurre a mille ragioni per
tentare di raggiungere l’obiettivo, ma la motivazione addotta
ovvero che “il Presidente non ha invigilato sugli uffici” credo
sia un atto formale dettato dal ruolo di “opposizione” più che
da convinzione. La Divisione è in grave ritardo perché il
presidente non ha tenuto sotto pressione e magari frustato i
dipendenti? Visto che il pudore manca, “laviamo i panni in piazza”
attraverso la lettura degli atti.
Fra i firmatari della mozione
compaiono i Consiglieri Borgatti Corrado, Casoni Bruno, Gallerani
Mirco e Tassinari Alessandro. Per chi non lo sapesse, questi 4
signori erano l’ossatura della passata amministrazione, presieduta
da Aproniano Tassinari. Casoni Bruno e Gallerani Mirco ricoprivano
addirittura la carica di magistrati.
In carica dalla metà del 2015, dopo un anno di tatticismi, omettendo la nomina della Commissione di controllo dell’Incolato, udita “la campana suonata a martello” dal Segretario Dirigente, hanno assunto solo allora “!” il primo provvedimento per la Divisione 2019/2039. Era il 27 giugno 2016, giorno in cui la Magistratura con propria deliberazione, incarica il Segretario della parte tecnica della divisione ventennale 2019. Per motivi che non ci è dato sapere, (saremmo grati se uno dei quattro rampanti li illustrasse), dopo quel primo vagito la divisione non è nata, la maggioranza consigliare non ha mai ratificato l’atto della Magistratura, e la divisione è rimasta nel limbo dei loro pensieri. Tatticismi e surplace sono terminati quando nel gennaio 2018 la Regione Emilia Romagna li ha scollati dalla poltrona e mandati a casa sostituendoli con un suo commissario. I sopra nominati signori Borgatti Corrado, Casoni Bruno, Gallerani Mirco e Tassinari Alessandro hanno tenuto in scacco la Partecipanza ingessando tutti i provvedimenti rendendosi così protagonisti unitamente agli altri componenti del governo Aproniano Tassinari del primo commissariamento dell’Ente “!”. Un governo di gente che ha a cuore l’istituto e i suoi associati si sarebbe contato e tratto le conseguenze. No, questi no. Dopo la mancata “?” approvazione del bilancio di previsione dell’esercizio 2017, hanno evitato di contarsi non assumendo alcun provvedimento consigliare, bruciando così 3 anni che avrebbero dovuto essere propedeutici ed intensamente utilizzati a predisporre la divisione. Nemmeno le criticità emerse dalla ricerca commissionata a “Nomisma” li ha fatti rinsavire. Le analisi qui emerse, suonavano come un campanello d’allarme per la Partecipanza; veniva evidenziata la criticità del sistema e le strade da testare per tentare di agganciare il sistema paese reale. Con la presentazione e la conclusione della giornata in passerella, quel documento è stato riposto in un cassetto e dubito fortemente che i consiglieri committenti lo abbiano mai letto.
Per sottrarmi alle accuse fattemi voglio fare alcune veloci considerazioni sul personale dell’Ente.
Il Segretario, incaricato dell’esecuzione della parte tecnica della divisione 2019, dalla maggioranza dei firmatari della mozione, non poteva non godere della massima fiducia di costoro e non credo dovesse essere invigilato; la contabile di ruolo, credo che anch’essa goda della stima e della fiducia di tutti gli amministratori e che non abbia bisogno di essere sorvegliata. In ultima istanza,resta da esaminare il ruolo dei 5 tecnici, 3 ragazze e 2 ragazzi, ai quali “imputare” forse il ritardo della divisione? Orbene, io credo che ciò sia vergognoso e pretestuoso. Vergognoso perché questi ragazzi che vogliono minare: Paola, Diana, Anna, Mattia e Edoardo, sono ottimi tecnici e altrettanto donne e uomini di grande responsabilità che hanno garantito tutto l’impegno possibile e la massima disponibilità. Durante la pandemia si sono sempre presentati regolarmente in ufficio garantendo disponibilità di prestazioni orarie oltre il lecito per poter rendere possibile l’affitto della maggior quantità disponibile di terreni dell’ente. Nel nominarli ho volutamente omesso i titoli accademici poiché ritengo l’offesa rivoltagli sia prima di tutto un’offesa rivolta alla loro persona, alla quale invece va la mia massima stima e riconoscenza! Se i nostri figli – e non ho motivo di dubitarne – dispongono della stessa qualità e dedizione al lavoro dei ragazzi innanzi nominati, trova concretezza e riscontro la mia idea che prima potremmo delegarli a sostituirci in Partecipanza e prima potremmo garantire lo sviluppo a questo ente. Per questi motivi dico ai firmati della mozione: “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. L’opzione gradita ed attesa dai 2/3 dei partecipanti, va avanti senza arrecare il minimo rischio all’integrità patrimoniale dell’ente che è e resterà uno dei più solidi dell’intera provincia Ferrarese.
Si poteva fare meglio?
Sarebbe bastato avere più tempo disponibile ed avremmo continuato a lavorare per attuare l’iniziativa di accorpamento già operata con successo nella distribuzione dei Terreni fuori comune di Cento, in attuazione dei suggerimenti contenuti nella relazione di “Nomisma”. Nel fine settimana con una conferenza stampa illustreremo modalità e tempi per giungere a soddisfare l’aspettativa di tutti i partecipanti che hanno scelto l’alternativa al capo. Concludo informando che nonostante il patto con il diavolo sottoscritto dalla minoranza consigliare, i terreni dai quali l’ente ricava le risorse per la gestione amministrativa e per garantire l’opzione in danaro sono, con l’esclusione di piccole tare, tutti contrattualizzati, garantendo agli agricoltori tutte le condizioni per attingere alle risorse che la Regione e la Comunità Europea mettono a loro disposizione.
Ora tutto è possibile.

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