Di Giuliano Monari
Colpo di scena di fine anno alla Partecipanza di Cento: il presidente della Regione Stefano Bonaccini annulla le dimissioni del presidente dell’Ente Aproniano Tassinari e del suo esecuutivo “per il mancato inserimento nell’ordine del giorno in Consiglio di un punto all’ordine del giorno ad hoc che formalizzassero le dimissioni” che, pertanto, non hanno alcuna efficacia. Una notizia che complica ulteriormente il già intricato quadro della Partecipanza che ormai da mesi gravita in una situazione di stallo difficilmente sostenibile. In più, il presidente regionale ha intimato all’ente agrario di approvare entro il 10 gennaio il Bilancio di previsione 2018, altrimenti scatterà la procedura di commissariamento dell’ente. Dunque, i tempi si fanno sempre più stretti per scongiurare l’intervento della Regione, che sarebbe esclusivamente volto a traghettare la Partecipanza verso nuove elezioni che, approssimativamente, si terrebbero entro maggio. Nella nebbia calata sulla situazione cerca di accendere un faro ‘Partecipanza Attiva’, attraverso il portavoce Marco Rabboni: «Viste le ultime novità emerse dalla Regione, comprendiamo sarà molto difficile scongiurare il commissariamento. Soprattutto, considerando l’annullamento delle dimissioni disposto dalla Regione. Ma auspichiamo che – dice –, in questi dieci giorni di tempo che il regolamento ancora ci concede, ci siano margini per la costruzione di una nuova maggioranza che elegga un nuovo presidente. Già da qualche tempo, con nostro grande rammarico – rivela –, abbiamo dovuto riconoscere le grandi difficoltà del governo presieduto da Aproniano Tassinari, formatosi dopo le elezioni e sul quale noi riponevamo grande fiducia, che non è riuscito ad attuare nessuna delle nostre proposte». Proposte che andavano dalla delega al figlio a subentrare all’anziano padre nella vita amministrativa, ad una riforma del sistema elettorale che passasse dal proporzionale puro al maggioritario, passando per l’eliminazione della discriminate verso le donne. Ora, la strada irta di ostacoli è quella di evitare il commissariamento, affinché «si riesca nell’intento di formare un Governo – conclude Rabboni – che consenta di arrivare a fine legislatura con la capacità di effettuare la Divisione ventennale dei terreni e, nel frattempo, di varare qualche riforma».