Scorri e Leggi l’articolo dopo la pubblicità
In data 9 ottobre 2024 è stata pubblicata la sentenza N. R.G. 73/24 del Tribunale di Ferrara, sezione civile, a firma del Giudice Marianna Cocca, con la quale dichiara la nullità delle delibere del Consiglio della Partecipanza Agraria di Cento adottate nel dicembre 2023 da Massimiliano Borghi (sedicente presidente), Sandro Balboni (sedicente vicepresidente), Fausto Gallerani, Massimo Pirani (sedicente consigliere anziano), Fabrizio Balboni e Sauro Bregoli.
La medesima sentenza dichiara la nullità delle delibere della Magistratura adottate dall’ottobre al dicembre 2023 da Massimiliano Borghi, Sandro Balboni, Fausto Gallerani e Massimo Pirani e condanna la Partecipanza Agraria a pagare le spese legali per l’importo complessivo di euro 8.221,42 euro.
Tra le delibere annullate spiccano quelle relative al bilancio di previsione 2023, al bilancio di previsione 2024 ed alla convocazione delle elezioni; queste delibere erano già state oggetto di un provvedimento di sospensiva, che ora trova conferma dichiarativa di illegittimità.
Il ricorso al Tribunale era stato promosso dai Consiglieri Corrado Borgatti, Renato Borgatti, Bruno Casoni, Pier Lorenzo Folchi, Mirco Gallerani e Raffaele Gilli, quest’ultimo anche Magistrato dell’Ente, con il patrocinio delle avvocate Maura Magoni ed Irene Gallerani, mentre la Partecipanza, nelle persone di Borghi & C., si era avvalsa del patrocinio dell’avv. Luca Nanni.
Questa sentenza si inserisce nella vicenda che ha visto l’occupazione della Partecipanza da parte di 6 tra consiglieri e magistrati, che mercé un golpe di palazzo hanno prima illegittimamente (vedi sentenze) dichiarato decaduti 7 tra consiglieri e magistrati, poi, fabbricata una loro maggioranza, hanno illegittimamente (vedi sentenza) eletto con soli 6 voti (mentre sono 18 i consiglieri assegnati all’Ente) Borghi Massimiliano alla carica di presidente.
La sentenza del Giudice Cocca, ben articolata sui fatti ed approfondita nelle motivazioni, si compone di ben 17 pagine, di cui riportiamo per brevità di comunicazione solo alcune righe finali (pag.16), estremamente significative su quanto è accaduto:
“Il deficit democratico che costituisce il presupposto della declaratoria di nullità delle delibere e dell’accoglimento della domanda degli attori non costituisce un dato meramente formale, perché si è tradotto in un comportamento contrario ai canoni della correttezza e buona fede, che ha costituito il filo rosso della vita degli organi dell’ente collettivo negli ultimi anni. Per giunta … il persistente tentativo di adottare – per il tramite di organi dimezzati e non più rappresentativi- importanti decisioni per la vita dell’ente, hanno condotto ad un sostanziale stallo nella vita associativa …”.
Queste considerazioni inchiodano Massimiliano Borghi e chi lo sostiene a responsabilità gestionali e patrimoniali a danno della Partecipanza e dei Capisti, che non potranno certamente essere eluse !