di Giulia Borgioli
L’assassinio di Davide Fabbri, il barista ucciso con un colpo di pistola da un rapinatore sabato sera a Riccardina di Budrio, in provincia di Bologna, ha aperto nuovamente la discussione sulla legittima difesa. I social network sono stati invasi da polemiche di ogni tipo…persino alcuni partiti politici li hanno utilizzati per mettere in luce la rispettiva presa di posizione a proposito appunto della sicurezza dei cittadini italiani, e dopo Salvini, anche il capogruppo regionale Lega Nord, Alan Fabbri, ha espresso il proprio parere su questo caso di cronaca nera.
Ecco la versione integrale della nota inviataci dall’Ufficio stampa Gruppo Lega Nord Emilia-Romagna.
«Basta tentennamenti, avanti con le nostre proposte sulla legittima difesa!» Il capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, chiede che si faccia presto. Perché non si contano ormai più i casi in cui cittadini e commercianti sono vittime di violenza, e rischiano di passare come carnefici, nel caso in cui cerchino di opporsi ai loro assalitori. Fabbri sottolinea che la Lega Nord ha presentato in tempi non sospetti due proposte di legge, per andare a modificare le vigenti norme in materia, rispettivamente, di prevenzione e contrasto di fenomeni di criminalità comune e, l’altra, rivolta alle Camere, “per migliorare l’autodifesa”. «Le misure in questione – dice Fabbri – puntano a ridurre i tempi di attesa necessari per il nulla-osta necessario per la detenzione di armi da fuoco. Intendiamo, con questa proposta, chiedere al Consiglio regionale e alle Camere, di modificare la legge sulla legittima difesa, in favore delle vittime di furti e rapine; invitando la Regione a sostenere le spese processuali di chi si è difeso da aggressioni e atti violenti.» La Lega chiede, insomma, un “giro di vite”, ma anche maggiori tutele per chi si è autodifeso da forme di violenza e sopraffazione. In materia di autodifesa, infine, ha rivolto una proposta di legge (sottoscritta dall’intero gruppo regionale Ln) rivolta alle Camere, per andare a modificare l’articolo 52 del Codice penale e l’articolo 35 del Testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza. «In modo da aumentare ulteriormente le possibilità di autodifesa – conclude Fabbri – sgomberando il campo da interpretazioni giuridiche restrittive, che limitano l’efficacia stessa delle norme, sia come mezzo diretto per evitare le aggressioni fisiche e patrimoniali, sia indirettamente, come vero deterrente per i criminali.» «Il caso di Budrio – spiega Alan Fabbri – è sintomatico della situazione creatasi, con uno straniero libero di recarsi in una tabaccheria, armato di fucile e pistola, e che se ne va indisturbato dopo avere lasciato un onesto cittadino a terra, ucciso. Minacciando di fare altrettanto anche con la moglie.» La cosa ancora più vergognosa, secondo Fabbri, è il fatto che l’uomo fosse già conosciuto sul territorio, dopo avere sottratto una pistola ad una guardia giurata, a Consandolo, «mentre tutti nella zona del Ferrarese lo avevano già appellato come il “ninja” o “l’uomo con l’arco”, dal momento che si aggirava indisturbato per il paese, con arco e frecce, senza che nessuno avesse fatto alcunché.» Tutto questo, per dire che ormai la misura è colma. «Le forze dell’ordine non hanno adeguati mezzi per presidiare tutto il territorio – rincara il capogruppo Ln – e la sinistra continua a raccontare la favoletta secondo cui l’insicurezza sarebbe frutto di una percezione del cittadino.» A tale proposito, la Lega ha organizzato per il 25 aprile una manifestazione a Verona, per sostenere la “legittima difesa”, con un pullman che partirà anche da Ferrara. La battaglia per sdoganare definitivamente la legittima difesa è, dunque, iniziata.