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MICAH WHITE INCONTRA GLI STUDENTI DI CENTO

DiGiuliano Monari

Ott 5, 2013

Micah White a Cento con INTERNAZIONALE11.04.05
Di Giuliano Monari

Per la prima volta il Festival Internazionale di Ferrara sbarca a Cento con una serie di interessanti appuntamenti sul tema dell’informazione e ruolo dei new media.
In mattinata circa 400 studenti dell’Ipsia, del liceo Cevolani e dell’Isit Bassi Burgatti hanno incontrato Micah White, un attivista statunitense, tra i fondatori del movimento Occupy Wall street e del clikattivism.
Micah ha raccontato ai ragazzi l’esperienza del movimento Occupy Wall street creato da giovani americani nel contesto di una drammatica crisi economica e finanziaria che ha spinto verso la povertà migliaia di famiglie americane aumentando fortemente la disuguaglianza . Nona caso il loro slogan era “siamo il 99 per cento” nel senso che mentre la stragrande maggioranza della popolazione sta soffrendo, l’11% sta vivendo un’altra vita detenendo la maggior parte della ricchezza prodotta.
Il movimento è diventato in pochi giorni un movimento globale aggregando in 28 giorni più del 50% degli americani grazie alla potenza dei “click” ovvero dell’adesione attraverso la rete e i social network ai “means , agli immaginari , alle idee contagiose che si diffondono rapidamente , che partono dal basso verso l’alto e che ispirano le persone a pensare una società diversa , ispirata da principi di uguaglianza.
D’altra parTe Micah sottolinea anche le difficoltà e i limiti di questo movimento che non è riuscito a imporre cambiamenti concreti al governo. E le persone hanno preferito comunicare on line più che off line. In termini concreti è stato difficile portare la gente nelle strade e tradurre l’immaginario in possibilità concrete .
Alle domande incalzanti dei ragazzi che chiedevano a Micah come è possibile “cambiare il mondo attraverso i media” , risponde che “ i giovani hanno un potere fortissimo per cambiare il mondo e creare “significati” sapendoli tradurre in possibilità concrete nel modo più rapido possibile e su obbiettivi specifici” convincendo la comunità che il cambiamento è possibile nonostante la capacità del potere di sussumere, assorbire i contenuti e le forme della protesta.
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