La provincia di FERARA già sede di una delle banche coinvolte nel salvataggio del fondo interbancario, rischia di perdere anche le altre due per effetti di cambiamenti legislativi e / o di mercato. Infatti la fondazione CRCENTO ha sottoscritto il protocollo di intesa con il mistero dell’economia al fine di diminuire la partecipazione posseduta nella CRCENTO SPA e la banca centro Emilia sarà oggetto , come tutte le BCC , della autoriforma delle banche di credito cooperativo per cercare di accorparle in una holding nazionale .
Sono quattro le tematiche:
- LE SOFFERENZE
I comunicati stampa della CRCENTO SPA relativi alle sofferenze registrate nei bilanci della banca , il 6,8% , non chiariscono nulla . Sarebbe utile far sapere ai soci come si compone il dato per provincia al fine di sapere se l’espansione in provincia di MO e di BO , fortemente voluta dal Direttore Damiano e dai cda , è più o meno rischiosa della nostra storica provincia di Ferrara. Ovvero se le sofferenze lorde al 31.12.2014 sono 128 milioni di € e il 40% , cioè 51,2 milioni sono in provincia di Bologna e il 30% cioè 38,4 milioni sono in provincia di Modena , quanti sono i prestiti in queste due provincie ? La ritrosia a fornire tale dato, già chiesto anche nel 2012, ci fa supporre che l’espansione nella due provincie predilette dal direttore Damiano e dal vice Turci, in quanto provenienti rispettivamente da Bologna e Modena siano deludenti, a dire poco.
2 . AUMENTO DI CAPITALE .
Continuano i ” rumors” di mercato in merito alla necessità di un aumento di capitale. Gli ultimi comunicati della banca al riguardo hanno smentito seccamente tale ipotesi ma la voce continua a circolare e per i soci sarebbe senza dubbio uno svilimento del prezzo della azione , oggi stratosferico e comunque illiquida. Servono mesi per vendere poche decine di azioni e il meccanismo di vendita e’ farraginoso. Cresce l’ansia fra i nostri associati.
- DIMISSIONI DEL CONSIGLIERE MARTINELLI .
Su questo punto l’associazione ha già scritto lettere raccomandate alle autorità monetarie ( BANCA d’ITALIA E CONSOB ), alla FONDAZIONE e al MINISTERO dell’ECONOMIA esponendo tutta la propria preoccupazione in un articolato esposto sui dubbi relativi a quella dimissione ed alla posizione bancaria connessa. Siamo fortemente perplessi sia sulle modalità che sulle motivazioni che hanno condotto a tale presa di posizione. Ci pare argomento di rilievo assoluto.
- PROTOCOLLO DI INTESA DELLA FONDAZIONE .
La nostra Fondazione ha firmato il protocollo di intesa con il ministero delle economia che prevede all’articolo. 2 punto 4 che il patrimonio non può essere impiegato in esposizioni verso un singolo soggetto per ammontare complessivo superiore a un terzo del totale dell’attivo dello stato patrimoniale della fondazione valutando al “fair value” esposizioni e componenti dell’attivo patrimoniale . Ciò dovrà avvenire entro il 22/4/2020, il piano di cessione dovrà essere presentato entro il 22/4/2016 . Voci di mercato parlano di accordo già trovato con partner finanziari e/o bancari ma nulla di concreto. Se ciò accadesse senza coinvolgere anche i piccoli azionisti potrebbe comportare una forte perdita di valore per le azioni possedute dai nostri soci i quali non verrebbero garantiti dalla ” par condicio ” fra soci.
Il consiglio fortemente preoccupato per i temi sopra menzionati auspica una trasparenza assoluta ed una dialettica societaria, al momento totalmente assente, più ampia e coinvolgente e invita gli organi aziendali al confronto.
Per il consiglio direttivo
Il presidente
Marco MATTARELLI