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MARCHETTI (LN): “STRISCIONE PRO-BATTISTI IN PIAZZA VERDI: INDIVIDUARE E DENUNCIARE I RESPONSABILI, E’ APOLOGIA DI TERRORISMO”

DiGiuliano Monari

Gen 15, 2019

Il consigliere regionale della Lega Nord, Daniele Marchetti: “Viviamo o no in uno Stato di diritto? Bene, inneggiare alla liberazione di un terrorista significa condividerne il pensiero e il tragico operato, nonché esaltarne pericolosamente le gesta. La Polizia indaghi sugli autori dello striscione e se sussistono ipotesi di reato”

Uno striscione con la scritta “Battisti libero” è comparso in Piazza Verdi, zona universitaria di Bologna. Il riferimento è chiaramente all’ex terrorista dei PAC Cesare Battisti, arrestato in Bolivia ed estradato ieri in Italia. Nello striscione si legge anche “amnistia per tutti compagni e le compagne”, oltre alla firma “Noi restiamo”.

“Si tratta di un fatto gravissimo e non di una ragazzata. Cesare Battisti è solo un crudele assassino che non deve avere nemmeno le attenuanti della militanza politica: ha ucciso, rapinato e poi si dato alla latitanza all’estero, sicuro della protezione internazionale della “sinistra al caviale” dei salotti intellettuali italiani, francesi e poi brasiliani di Lula” attacca il consigliere regionale della Lega Nord, Daniele Marchetti.

Del resto – sottolinea il consigliere del Carroccio – viviamo o no in uno Stato di diritto? Bene, inneggiare alla liberazione di un terrorista significa condividerne il pensiero e il tragico operato, nonché esaltarne pericolosamente le gesta. La Polizia indaghi sugli autori dello striscione e se sussista l’ipotesi di reato di apologia di terrorismo”.

“Fa rabbia – conclude Marchetti – sapere che per decenni questo signore è stato difeso, coccolato, e si è goduto la vita in spiaggia, a Parigi, scrivendo, ballando, mangiando, cosa che ha negato di poter fare alle persone che ha ucciso. La storia di questo personaggio parla chiaro: per lui, la magistratura ha chiesto 4 ergastoli. Inneggiare a lui significa offendere la memoria di chi, a causa sua, oggi non c’è più, significa infangarne la memoria, significa mancare di rispetto alle famiglie delle vittime”.



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