Il percorso di screening diventa più green per fare del bene non solo alla salute delle donne ma anche all’ambiente. A partire da questa settimana, infatti, il Centro Screening Oncologici dell’Azienda USL di Ferrara non invia più i referti negativi cartacei per lo screening dei tumori al collo dell’utero.
L’esito viene così inviato direttamente tramite Fascicolo Sanitario Elettronico alle donne che hanno dato il consenso alla ricezione di referti sul FSE e che risultano utilizzarlo.
Con questo progetto si punta alla dematerializzazione e riduzione dello spreco di carta: ogni anno saranno circa 20.000 le lettere non stampate e non spedite, con conseguente risparmio di risorse (carta, inchiostro, materiali di cancelleria, ore di lavoro, spazio di archiviazione, costi di postalizzazione). I vantaggi sono molteplici e su diversi fronti, dal minor impatto ambientale alla maggior velocità, accessibilità e tracciabilità nella gestione e condivisione dei documenti.
Nel caso in cui la donna esprima la volontà di ricevere il referto cartaceo, comunque, il Centro Screening Oncologici provvederà all’invio al domicilio della documentazione richiesta.
Si tratta del primo passo di un progetto più ampio: questa iniziativa, nel solco della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale, verrà successivamente attivata anche per lo screening mammografico.
“L’attenzione crescente volta alla salvaguardia dell’ambiente e alla lotta contro lo spreco è una priorità per l’AUSL – evidenzia la direttrice generale dottoressa Monica Calamai –. Ogni intervento per rendere più ‘ecologiche’ le nostre strutture, cercando di limitare l’impatto ambientale delle attività che svolgiamo, va nella giusta direzione tracciata dal PNRR e dal Piano Regionale della Prevenzione a tutela dell’ambiente e di noi stessi. È importante ricordare che ognuno di noi può fare la sua parte con piccoli gesti quotidiani”.
“Scegliere di eliminare la carta e rendere lo screening paperless, è una priorità per ogni servizio che desideri migliorare la propria produttività, tagliare i costi e diminuire l’impatto ambientale nell’ottica di una prevenzione generale che non si ferma ‘solo’ allo screening ma abbraccia anche l’ambiente. È fondamentale e lo dobbiamo alle generazioni future” sottolinea la dottoressa Caterina Palmonari, responsabile Epidemiologia, Screening Oncologici, Programmi di promozione della salute.