Caro Presidente,
Egregi Signori Sindaci della Provincia di Ferrara,
quali Organizzazioni componenti il Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria osserviamo con crescente preoccupazione, ormai da parecchi mesi, il perdurare dell’assenza di quella visione strategica d’insieme che dovrebbe animare, a nostro modo di vedere, le Istituzioni Pubbliche locali.
Sono queste infatti le più prossime al cittadino e all’impresa, quelle che più di altre dovrebbero avere a cuore i temi dello sviluppo economico locale e della tenuta complessiva del tessuto sociale.
Da attenti osservatori e conoscitori delle dinamiche locali, siamo consapevoli di come alcuni Comuni abbiano cominciato a ragionare in termini prospettici, avviando il censimento delle iniziative strategiche e di respiro un po’ più lungo.
Si tratta tuttavia di casi ancora isolati e non coordinati con gli sforzi di alcuni degli attori che faticosamente si confrontano anche sul Tavolo Provinciale dell’Economia e del Lavoro.
Il progressivo indebolimento – e in alcuni casi anche la scomparsa – delle Istituzioni Locali con competenze economiche (ivi comprese le due principali banche locali), la prossima ormai quasi certa fusione della nostra pur virtuosa Camera di Commercio con la Camera di Ravenna, rappresentano gravi “vulnera” che meriterebbero l’apertura di un’approfondita discussione intorno al futuro che intendiamo costruire per la nostra provincia, per la sua economia e per la sua più complessiva tenuta sociale.
Le imprese, insieme con le Associazioni che compongono il Tavolo, hanno in questi ultimi 3 anni affrontato, con un impegno straordinario, eventi eccezionali la cui portata, dimensione e impatto, non era possibile prevedere.
Molti settori hanno subito ripercussioni negative senza precedenti; nonostante tutto, il sistema nel suo complesso ha tenuto.
Oggi però, di nuovo, il caro energetico, l’andamento dell’inflazione e le previsioni negative che caratterizzano una economia sempre più simile ad un’economia di guerra, condizionano ancora la ripresa economica del Paese.
Tuttavia noi crediamo che sia proprio in questi momenti di estrema difficoltà che occorra riprendere in modo ancora più approfondito ed articolato un serio dibattito politico e istituzionale locale, capace di restare al passo con i tempi, aperto e dialogante con i territori vicini e contemporaneamente in grado di tracciare con chiarezza le necessarie traiettorie di sviluppo e salvaguardia del patrimonio economico-sociale della provincia.
Viceversa le nostre città e le nostre campagne corrono seriamente il rischio di restare ai confini – ancora più di quanto già oggi non siano – delle grandi traiettorie di crescita che ci sfiorano e passano poco distanti da Ferrara.
Il Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria intende porsi come interlocutore privilegiato sui temi dell’economia e dello sviluppo locale, confermando il proprio ruolo e capacità di indirizzo.
La logica dell’interlocuzione che stiamo proponendo è quella di sempre: metterci a disposizione per individuare, di concerto con le Istituzioni e Comuni, i temi strategici utili per il futuro della Provincia.
Cogliamo infine l’occasione per ricordare che già da tempo il nostro organismo aveva individuato e proposto, in fase di elaborazione del Focus Ferrara del Patto per il Lavoro e per il Clima, alcuni temi strategici (declinati in obiettivi e condizioni per lo sviluppo) che le Associazioni avevano individuato come fondamentali.
Quelle strategie di sistema ad oggi sono ancora attuali, ma non attuate.
Conservazione e valorizzazione del territorio, riqualificazione e rigenerazione dei centri urbani, attrazione di insediamenti e nuova economia, potenziamento del welfare territoriale, unitamente ad alcune precondizioni necessarie quali infrastrutture, politiche attive per il lavoro, formazione e retraining, semplificazione, oggi più che mai necessaria per non perdere occasioni offerte dal PNRR, sono le principali azioni che il Tavolo invoca come unico modo per tenere insieme salvaguardia dell’esistente e sviluppo economico, tenuta sociale e crescita sostenibile.
Occorre però a questo punto dare un impulso forte alle scelte politiche e uscire una volta per tutte dalle consuete ambivalenze e dall’eccesso di ecumenicità di taluni documenti programmatici, a pena di restare invischiati in una situazione di pericoloso stallo che non è più possibile permettersi.