Caro direttore,
vorrei condividere con Lei e i nostri amici lettori l’ennesima disavventura postale. Stamattina mi sono recato all’ufficio di Cento per spedire un piccolo pacchetto in Cina, non sapendo bene che servizio scegliere sono andato là con la busta fatta ma senza moduli o altro.
L’impiegato molto gentilmente mi ha aiutato e non credo ci stessimo mettendo eccessivamente tempo (premetto che solitamente vado allo sportello con i compiti già fatti, ma questa volta è stata un’eccezione). Certo, si è formata un po’ di fila (c’erano comunque altri sportelli aperti).Ad un certo punto si è palesata la direttrice che ha sollecitato (in modo certo gentile) l’impiegata a concludere velocemente l’operazione perchè appunto era necessario “andare avanti con gli altri utenti”.Ecco, questo io non lo posso accettare: spesso capita in posta persone che devono svolgere servizi piuttosto lunghi come l’apertura di una poste pay (che bisognerebbe prendere appuntamento magari con i servizi finanziari e non tenere occupato uno sportello), il permesso di soggiorno (che bisognerebbe magari andare in questura o negli uffici comunali…che cosa hanno a che fare le poste con l’immigrazione e certi permessi?), spesso le impiegate sono costrette a “farti perdere del tempo” perchè ti chiedono “vuoi fare questo servizio?
Sai che possiamo offrire questo altro servizio?”…e quando uno deve spedire una cosa (che tra le altre cose le spedizioni dovrebbero essere le principali cose di cui si dovrebbe occupare un ufficio postale) salta fuori la direttrice a sollecitare di sbrigarsi?
Marco Cevolani