Caro Direttore,
volevo condividere, tra il serio e il faceto, con Lei e i Suoi lettori alcune considerazioni. Ho vissuto la mia infanzia negli anni Ottanta, quando alla televisione imperversavano “anime” ambientati in un futuro che all’epoca sembrava una chimera: si parlava di anni 2000 e seguenti e un po’ tutti noi bambini ci chiedevamo se le nostra città del futuro sarebbero state come quelle disegnate dai giapponesi. Ovviamente le cose sono andate molto diversamente: niente macchine volanti o trasporti superveloci…alcune città vivono ormai da decenni problemi alla circolazione che nessuno sembra riuscire (io sinceramente propendo per il vuole) sistemare. Giusto in questo ultimo periodo si parla di macchine elettriche. Insomma, verrebbe da dire: “Cosa è andato storto? “Oddio, nessuno forse si aspettava trasporti in stile “Minority Report”… tuttavia mi pare, e qui parlo della nostra cara vecchia Cento, che nessuno riesca ad avere una visione prospettica del futuro. Un Politico dovrebbe avere una visione non quinquennale delle cose da fare, ma almeno programmare le cose per i seguenti 10/20 anni quando poi saranno altri a realizzarle. Qua invece non riusciamo nemmeno a programmare la costruzione di un terzo ponte, di un’autostrada o il ritorno della stazione dei treni. Ogni volta che qualcuno si azzarda ad alzare l’asticella dei discorsi viene preso per scimunito e additato a pubblico ludibrio: “Siamo in un terreno paludoso” “Mancano i soldi”… insomma… lo stato quando deve fare cose è sommerso da tanti dubbi, incertezze e impossibilità, salvo poi chiedere, a volte, sforzi sovrumani, ai propri cittadini. A me mi (metto il “mi” come rafforzativo) che il nostro Sindaco (quello attuale o qualsiasi altro che verrà dopo) in Consiglio comunale un giorno si alzasse in piedi e dalla cartella dei documenti potesse estrarre dei fogli e dire: “Questi sono i progetti per: terzo ponte, ferrovia, sistemazione del teatro. Ci vogliono X milioni di euro, ci vogliono X anni per finire i lavori, però si inizia domani”… qua invece non riusciamo nemmeno a sistemare un semaforo o uno stop senza perdersi in cavillosi cavilli burocratici. Colpa è anche un po’ dei cittadini che, sempre appena cerchi di alzare l’asticella dei ragionamenti, ti dicono “eh ma non ci sono problemi più seri”…Il mondo corre veloce: a New York tanto per dire e per cambiare discorso c’è un negozio di Amazon senza commessi… noi qui stiamo ancora discutendo se è giusto aprire la domenica… speriamo almeno che tutti i commercianti del centro storico nel periodo di Carnevale stiano aperti. Con stima e scusandomi anticipatamente se lavoro troppo di fantasia,
Marco Cevolani