25 novembre 2023, inaugurazione della pinacoteca di Cento dopo il restauro. Restauro iniziato dopo nove anni di assoluto abbandono.
Leggo con rammarico del così detto dj set proprio di fronte alla pinacoteca!
Non comprendo cosa possa centrare la riapertura di una pinacoteca con un dj set, ma ormai di questi tempi molte cose a me sono incomprensibili.
Incomprensibile ed inaccettabile che si faccia una cosa simile davanti al monumento ai caduti delle guerre devastanti, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
Il monumento, di stile classico a tre archi con quattro colonne doriche, fu innalzato su progetto dell’architetto Gian Francesco Costa (Cento 1892 – Cento 1933) per onorare i Caduti e costituire un portale per l’orfanotrofio maschile (con annessa Scuola d’arti e mestieri) creato il 24 marzo 1918 da un Comitato di cinque centesi (Marianna Candi, Giuseppe Falzoni Gallerani, Giuseppe Ferioli, Gaetano Grandi e Giuseppe Taddia) per i figli di quanti erano morti in guerra.
Il monumento fu finanziato col denaro raccolto dal Comitato per l’erezione del “Monumento a Ugo Bassi e ai caduti” e fu realizzato dalla Cooperativa cementista di Bologna e dalla cooperativa edilizia “Ugo Bassi”.
Nell’attico del monumento è presente la dedica dello stesso realizzata con caratteri a rilievo.
Gli archi laterali sono tamponati e presentano due lastre di marmo con incisi i nomi dei Caduti nelle guerre d’indipendenza e nella prima guerra mondiale. Sopra i due archi c’è un verso tratto dall’Eneide di Virgilio (VI, 883) MANIBUS DATE LILIA PLENIS (versate gigli a piene mani).
All’interno dell’arco maggiore ci sono 2 lastre in marmo: una sulla sinistra con inciso il “Proclama agli Italiani della Lombardia, della Venezia, di Piacenza e Reggio” che Re Carlo Alberto lanciò dal suo quartier generale a Lodi il 31 marzo 1848 durante la Prima Guerra d’Indipendenza, l’altra sulla destra con inciso il “Bollettino della Vittoria” con cui il generale Armando Diaz, comandante supremo del Regio Esercito, annunciò, il 4 novembre 1918, la resa dell’Impero austro-ungarico e la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale.
Sia a destra che a sinistra del monumento ci sono i muretti di recinzione su cui furono poste, dopo la seconda guerra mondiale, quattro lastre di marmo con incisi i nomi dei Caduti e dei Dispersi in quel conflitto.
Probabilmente il mio non comprendere il perché di questo dj set, è figlio del rispetto di chi ha donato la propria vita a questo paese chiamato Italia.
Il nostro paese ha piazze e sale che possono contenere un dj set che non ha nulla a che vedere con l’inaugurazione della Pinacoteca.
Paolo Tirini