L’editoriale
Di Giuliano Monari
Le ferie, per chi le ha fatte’, sono oramai un pallido ricordo e già si affronta il fatidico rientro al lavoro con i ‘soliti’ problemi che – quelli no – non sono andati in ferie, loro sono sempre li che ti aspettano al varco per ricordarti che, vacanze o no, il menage quotidiano non è fatto di spritz e tramonti tra le palme. Peccato! Ed ecco puntuale ripresentarsi il problema della circolazione stradale. Ogni santa mattina chi deve recarsi al lavoro e non abita ‘lato azienda’ deve fare i conti con una circolazione dai tratti assurdi e qualche volta fantozziani: il traffico, a certe ore, si sa è elevato, complice il fatto che non si possono fare “entrate intelligenti” negli uffici e nelle fabbriche. Devi essere puntuale. Punto. Ed ecco che migliaia di veicoli si affannano sulle nostre strade. Strade? Tra buche, semafori ‘intelligenti’ (ma dove?) e rotatorie (no quelle ce le sognamo) ecco che si consuma il primo travaso di bile della giornata. E si comincia. No, non siamo nella Grande Mela, siamo a Cento. Si, nel centro nevralgico e snodo mercantile della circolazione tra le tre province di Bologna, Modena e Ferrara. E ti trovi incastrato in quel serpentone di macchine e camion e furgoni che debbono, tutti, arrivare a destinazione al tuo stesso orario. E ti senti solo, isolato, abbandonato come un neonato che non ha nessun potere contro quel caos. Poi ci sono i ciclisti, quelli che in barba all’orario terrificante, hanno pensato bene di farsi un giretto ‘salutare’ in bicicletta. Mi piacerebbe misurare loro la ‘saturazione’ del sangue in mezzo a quell’arietta profumata dagli scarichi dei veicoli. Poi ci sono i motociclisti e gli scooteristi (distinzione obbligata perchè non devi dare del motociclista a uno che gira su uno scooter). Quelli si infilano dappertutto: sorpassi a destra come se piovesse. E tu? devi installare sul tetto della macchina la telecamera ‘360 gradi’ di Google Maps per tenere sotto controllo tutti questi moto … scooteristi, ciclisti, automobilisti, che sfrecciano dappertutto. Poi ecco il miracolo. Passata l’ora ‘X’ dei pendolari le strade ritornano abbastanza sgombre. Ed è allora che ti chiedi che cosa ci stanno a fare quei semafori che restano rossi ‘una vita’ mentre dalle altre strade dell’incrocio non proviene nessuno? E tu resti li, motore acceso (un poco di inquinamento cosa vuoi che sia) chiedendoti perchè non si facciano rotatorie che consentirebbero di smaltire il traffico evitando queste soste inutili ai semafori. Poi arriva la sera. Finalmente. Si torna a casa e … no no … spiacente … il girone si ripete. Ad maiora!