Si tratta di un laboratorio che ha coinvolto 4 classi. Il tema: La mafia in Emilia Romagna con il coinvolgimento delle donne, il tema della tratta. Al termine del progetto sarà realizzato un video. Un progetto che si innesta all’interno dei progetti sul tema della legalità della scuola. “I ragazzi – dice il preside dell’IPSIA F.lli Taddia Andrea Sardini – , non hanno bene chiaro il limite tra legalità e illegalità. Oramai, fenomeni di mafia, non sono più sporadici anche al nord e in Emilia. Droghe, rifiuti e tratta delle donne sono di rande attualità anche nella nostra regione”. Due terze e due quarte sono coinvolte nel progetto. Tre classi sono ad indirizzò sociale ed una ad indirizzò classico che realizzerà il cortometraggio. “Ritengo – aggiunge Sardini – che questi progetti siano di grande rilevanza culturale e sociale per i ragazzi. Attività che richiedono dei corsi ma le risorse della scuola sono sempre ridotte al l’osso e in continua diminuzione”. Dal 30 giugno al 6 luglio si terranno i campi in collaborazione con il Bassi Burgatti. La località è nel casertano ed è tra quelle confiscate alla mafia e riconvertite a campi didattici. “Stiamo selezionando i ragazzi che prenderanno parte al progetto – spiega il preside -“. Di cui 25 Bassi Burgatti e 5 Ipsia Taddia. “I ragazzi debbono recepire il messaggio che la mozzarella che stai mangiando nella tua pizza proviene dai campi di queste aziende realizzate sui territori confiscati alla camorra”. Il messaggio è la realizzazione di una nuova cucina organizzata che fa eco alla malavita organizzata. Nel libro che è stato realizzato – spiegano gli estensori – abbiamo raccontato le 11 organizzazioni mafiose sul territorio ed anche le tante associazioni che operano sul territorio. Per la prima volta l’Ipsia Taddia partecipa a questo progetto. Caracò – che ha editato il libro di Giulian Di Girolamo e Alessandro Gallo ‘Non diamoci pace, diario di un viagio (il)legale’ – è una associazione culturale che porta avanti questo tipo di progetto.