Alla Rocca di Cento mercoledì 4 settembre, alle 19.30, verranno inaugurate la mostra curata dal professor Luigi Davide Mantovani ‘L’Arborea Metafora. L’albero della Libertà del Castello Estense’, e l’esposizione ‘La storia genera arte’, promosse dall’assessorato ai Servizi Bibliotecari del Comune di Cento, dal Comitato ferrarese dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, dall’Associazione Ferrariae Decus, in collaborazione con il Comune di Ferrara (Museo del Risorgimento e della Resistenza) e la Fondazione Ferrara Arte.
L’evento ricostruisce il fenomeno della eccezionale diffusione degli Alberi della Libertà in Francia e in Italia alla fine del ‘700, quali primari emblemi dell’ideologia liberale repubblicana e sedi per feste, matrimoni, discorsi rivoluzionari: e perciò bersagli degli attentati dei controrivoluzionari.
Durante i lavori di restauro del Castello Estense nel 1995, nella parete di una stanza a volte del piano ammezzato, nei pressi della Torre Marchesana, in passato adibita a prigione, sono stati scoperti alcuni graffiti. Le immagini, in nero e rosso, rappresentano un Albero della Libertà, protetto da un soldato in divisa del periodo del governo francese cisalpino e, intervallata dal varco di una porta realizzata in tempi successivi, la scena di una fucilazione di un condannato, ai piedi di una croce, con un corteo di incappucciati in preghiera. Da una ricerca storica è emerso che nel 1798 era stato fucilato, presso le mura di San Paolo, un prete, don Pietro Maria Zanarini di Varignana (Bologna), per aver abbattuto due Alberi della Libertà, dopo essere stato giudicato da un tribunale che aveva sede nel Castello Estense.
Il materiale storico documentario è costituito da stampe, incisioni, bandi, manifesti, libri, manoscritti inediti, medaglie e da una serie di pannelli relativi agli Alberi della Libertà centesi, in particolare una cronaca dell’epoca in cui si descrivono con dovizia di particolari fatti relativi all’innalzamento o abbattimento degli Alberi nel nostro territorio.
Il cronista scrive che ‘la libertà consisteva in una pioppa verde cola beretta di sopra a tre colori e davanti alla chiesa di San Lorenzo ve ne piantarono tre dipinsero con vernice nera un albero da una parte all’altra di tutte le porte delle case delli aristocratici per fargli scorno fatto in questa guisa alto da due palmi’.
Accadde anche che un fulmine si abbatté su un Albero della Libertà posizionato in piazza Guercino che la sera precedente era stato ‘benedetto’ da un riottoso sacerdote centese.
La mostra ‘La storia genera arte’, una serie di opere di artisti contemporanei ispirate agli Alberi della Libertà e ai graffiti parietali di Castello Estense Alo (Carlo Andreoli), Daniele Cestari, Gianni Cestari, Matteo Nannini, Nicola Nannini, Marco Pellizzola, Stefano Tassi, Uli (Fulvio Balboni), Daniele Zappi.
La storia è anche un fenomeno culturale, è un dar forma al passato scriveva agli inizi del ‘900 Hiuzinga; gli artisti contemporanei che hanno esposto le loro opere hanno dato una ‘forma’, un’interpretazione soggettiva all’emblema tipico della rivoluzione giacobina l’Albero della Libertà, rito ispirato al calendimaggio.