Cara Capogruppo Francesca Caldarone, da quando questa amministrazione si è insediata non c’è settimana che non veda un tuo giudizio negativo nei confronti del nostro operato. È la normalità, si dirà, nel rapporto tra maggioranza e opposizione. È vero, ma sarebbe bello se le critiche fossero fondate sui fatti e non menzogne (oggi si dice fake news) che fanno solo perdere tempo. E il tempo, per ogni comunità, è prezioso, tanto più oggi quando le cose si muovono con grande rapidità. Il sindaco deve ascoltare le critiche – anche, e soprattutto, quando i giudizi sono forti, schietti e diretti – per farne buon uso e prendere le decisioni migliori. Ci sono, però, due categorie di giudizio: quella informata, basata su fatti oggettivi, ma occorre impegnarsi, studiare e richiede fatica. Una seconda, meno impegnativa, con cui ci si indigna contro questo e quello senza curarsi se le cose abbiano un fondamento. Ecco, tu sei specialista in quest’ultima categoria. Quando si è rotta la rete idrica di via De Gasperi non hai perso un istante per accusarci di avere “lasciato ben oltre 250 famiglie per tre lunghissimi giorni completamente senz’acqua”. Forse non sei bene informata, altrimenti sapresti che l’intera area è privata e che il Comune non può intervenire con risorse pubbliche e che se lo facesse andrebbe contro le leggi. Ciononostante, abbiamo immediatamente preso contatto con l’amministratore di condominio per assicurarci e richiedere che fosse garantita l’acqua corrente fin quando il guasto non si fosse riparato. Così come abbiamo risposto alla comunicazione di un residente del quartiere fornendo le risposte necessarie, coinvolgendo il Centro Operativo Comunale, da me coordinato, in caso di ulteriori necessità. Altroché lasciare senz’acqua 250 famiglie. Sostenere che abbiamo abbandonato anziani e bambini senz’acqua per tre giorni è offensivo, oltre che una solenne bugia. Ma di bugie ne sento, purtroppo, molto spesso. Ad esempio sul nostro ospedale, sui posti letto, quando sostieni che c’è stata una volontà politica di sospendere il punto nascite (e in effetti potrebbe esserci, ma da parte del Governo che non modifica le regole che consentono di tenere aperto un presidio di quel tipo), che c’è la volontà di chiudere il pronto soccorso. Devo proprio ricordare che la prima presa di posizione forte contro eventuali ridimensionamenti del pronto soccorso l’abbia presa io stesso davanti all’ospedale e insieme a centinaia di centesi? E questa azione, insieme a tante altre, non solo dell’amministrazione, ha permesso di continuare ad avere un pronto soccorso in città che opera grazie alle ottime professionalità che ci lavorano. Lo hai riconosciuto tu stessa a gennaio, accompagnando in visita ai reparti il senatore Balboni il quale ha pubblicamente dichiarato che il SS. Annunziata è una eccellenza. Penso agli attacchi sulla sicurezza, quando dici che il sindaco “lascia che i delinquenti frequentino parchi e centro storico indisturbati”. Perché dovrei farlo? Che interesse avrei? La verità è che abbiamo investito nel sistema di videosorveglianza, nei pattugliamenti a piedi della Polizia Locale, nel controllo di vicinato, nel coordinamento con le forze dell’ordine e con la Prefettura, richiedendo interventi di controllo in alcune proprietà private abbandonate. E continuiamo a farlo. Tutte cose che dovresti sapere benissimo, ma che evidentemente ti piace dimenticare. E poi il tuo cavallo di battaglia, la manutenzione stradale, un problema che esiste da molti anni e che, programmando gli interventi, stiamo affrontando: in tre anni abbiamo investito oltre due milioni di euro in manutenzioni straordinarie: nessuno lo aveva fatto prima. Certo, non basta, ma, come potrebbe spiegarti Giorgia Meloni che continua a tagliare risorse ai Comuni, i soldi mancano. Potrei continuare con gli esempi, ma tante risposte le ho fornite a mezzo stampa così come nell’aula del consiglio comunale. A me piacerebbe che chi fa politica agisse con lealtà. Si prendono decisioni, giuste o sbagliate che siano, con lealtà e onestà. Si critica, si attacca, si fa opposizione, anche duramente, con lealtà e onestà. La scrivania di un sindaco, come vedi, è piena di carte. Altro non sono che centinaia e centinaia di problemi da risolvere e cose da fare. Per le nostre famiglie, per i giovani, per gli anziani, per le imprese, per le associazioni. Per la nostra comunità, insomma, verso la quale abbiamo il dovere di essere trasparenti, onesti e leali. Nella buona e nella cattiva sorte. Mi accusi di comportarmi come se fossi “in un gioco di società”. Magari. Però neppure nel Monopoli le risorse sono illimitate e anche lì ci sono regole e vincoli da rispettare. Anche il Ministro Giorgetti, che gestisce i conti pubblici, è purtroppo il primo a rendersi conto di non partecipare ad un gioco di società. Amministrare è una bella e complessa pratica quotidiana fatta di lavoro, confronto, studio e responsabilità. Un dovere, quello di rispondere a molteplici bisogni della città, che è primariamente mio e che provo ad onorare quotidianamente, insieme alla giunta, con gratitudine e senso di responsabilità. Senso di responsabilità, appunto. Che mi piacerebbe potesse essere un comune denominatore della nostra attività politica. Cosa che finora, purtroppo, non si è verificata. Ma voglio essere come sempre fiducioso e credere che questa cosa possa cambiare, in meglio.