Guardia di Finanza
Comando Provinciale Ferrara
Comunicato stampa Ferrara, 24/07/2023
GdF Ferrara: eseguito maxi sequestro di 11,2 milioni di euro, frutto
di frode fiscale. Coinvolta una società veneta operante nel settore del
commercio dei bio-carburanti.
All’esito di un’articolata indagine nel settore dei reati tributari, i militari del Comando
Provinciale di Ferrara hanno dato attuazione a un decreto di sequestro preventivo emesso
dal G.I.P. presso il Tribunale di Verona – Dott.ssa Carola Musio – per oltre 11 milioni di
euro, operato mediante il blocco della somma, in valuta estera, depositata su un dedicato
conto corrente societario, in quanto ritenuti il profitto di una ingente frode fiscale realizzata
da una società veneta operante a livello internazionale nel settore del commercio dei bio-
carburanti.
Le indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanzia di
Ferrara e coordinate dalla Procura della Repubblica di Verona, hanno avuto origine dallo
sviluppo di due segnalazioni di operazioni sospette che riguardavano alcuni fornitori di
biodiesel della società veneta che avevano intrattenuto pregressi rapporti commerciali con
una impresa del ferrarese, i cui esiti hanno portato a ipotizzare che le somme sequestrate
derivassero da una frode fiscale realizzata mediante l’emissione e utilizzo di fatture
soggettivamente inesistenti emesse da fornitori fittizi con sedi in Lombardia, Veneto, Emilia
Romagna e in Bulgaria.
Le ulteriori attività di analisi svolte con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo e attraverso
controlli incrociati nei confronti delle imprese facenti parte della “filiera” individuata, nonché
l’esecuzione di perquisizioni e indagini finanziarie disposte dall’Autorità Giudiziaria inquirente
unitamente a un ordine europeo di indagine (OEI) in Bulgaria, sede del produttore di
biodiesel, hanno permesso di ricostruire il modus operandi e confermare il ruolo della società
veneta quale effettiva beneficiaria della frode, la quale operava avvalendosi di una serie di
società cartiere, con ramificazioni anche nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, intestate a
soggetti cc.dd. “prestanome” frapposte ad hoc fra l’effettivo fornitore estero e l’acquirente
finale.
Attraverso infatti i numerosi passaggi documentali riferiti, in realtà, al diretto acquisto della
merce proveniente da un unico fornitore situato in Bulgaria, la società indagata riusciva a
ostacolare la ricostruzione dell’effettiva circolazione dei prodotti, nonché a ottenere vantaggi
sia fiscali, omettendo il versamento dell’IVA dovuta, che economici riuscendo a praticare sul
mercato prezzi più competitivi rispetto alle aziende di settore sane e rispettose delle regole.
L’operazione rappresenta un segno tangibile dell’attenzione dell’Autorità Giudiziaria e della
Guardia di Finanza al grave fenomeno della frode fiscale: questa costituisce infatti un grave
ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse,
mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di
intervento a favore della collettività