I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara stanno
eseguendo un provvedimento del G.I.P. presso il Tribunale di Ferrara con cui sono state
disposte tre misure cautelari personali nei confronti di due medici di medicina generale, e
di una collaboratrice di uno dei due professionisti, in quanto ritenuti responsabili di aver
simulato la somministrazione del vaccino anti COVID-19 e di aver rilasciato false
certificazioni di esenzione per patologie inesistenti, dietro compenso di denaro.
I tre soggetti arrestati, dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di falsità ideologica,
corruzione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. Il Giudice per le Indagini
Preliminari presso il Tribunale di Ferrara, accogliendo la richiesta della Procura basata
sulla ricostruzione dei fatti accertati dalle Fiamme Gialle ferraresi, ha motivato la misura
cautelare per la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, del pericolo di reiterazione dei
fatti e di inquinamento delle prove da parte degli indagati.
Le articolate attività investigative svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economica
Finanziaria – coordinate dalla locale Procura della Repubblica – sono state avviate nel
mese di dicembre scorso; in particolare era stato notato che i due medici, nel giro di pochi
mesi, già a partire dal mese di aprile dell’anno scorso, avevano registrato un incremento
anomalo di pazienti, con 848 nuovi assistiti, dei quali 51 provenienti fuori provincia e
regione. Ben 548 nuovi pazienti venivano vaccinati nei quattordici giorni successivi dopo
il cambio del medico. L’analisi eseguita con la collaborazione dell’ASL di Ferrara, non ha
evidenziato particolari circostanze che potessero giustificare un numero così alto di
trasmigrazioni di pazienti, solo in pochi casi riconducibili alla cessazione dall’incarico di
altri medici di medicina generale.
Sono 42 i casi di corruzione accertati. Le attività investigative, eseguite con l’ausilio di
intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di ricostruire il modus operandi
dei medici indagati che dietro compenso di 20 o 50 euro, attestavano falsamente di avere
eseguito la vaccinazione, talvolta simulando solo con l’inserimento dell’ago della siringa
nell’epidermide dell’assistito, altre volte iniettando una soluzione idrosalina, o addirittura
acqua. In altri casi il vaccino veniva reso deliberatamente inefficace con operazioni di
ricongelamento e di scongelamento. Le immagini acquisite dai finanzieri del Nucleo PEF
evidenziano, peraltro, come in diversi casi, la stessa siringa inserita nel braccio
dell’assistito, venisse riutilizzata più volte, su altri pazienti, anche minorenni, in dispregio
delle più elementari norme di igiene. Fra i pazienti degli studi medici al centro dell’indagine
ci sono anche appartenenti alle Forze dell’Ordine, militari, infermieri, insegnanti, tutte
categorie soggette all’obbligo vaccinale, oltre a sacerdoti, pensionati, liberi professionisti,
commercianti e studenti. Finora sono stati accertati 157 casi di false inoculazioni che
hanno permesso ad altrettanti pazienti di ottenere il “green pass”.
L’indagine, denominata “RED PASS”, si inserisce nella generale azione della Guardia di
Finanza a presidio della legalità economico-finanziaria e al contrasto di quegli illeciti più
gravi e insidiosi che, come in questo caso, possono essere anche un grave rischio per la
salute pubblica.
In merito alle notizie apprese di provvedimenti restrittivi per due medici di medicina generale e per una collaboratrice di uno dei due, a seguito di una indagine degli organi inquirenti su false somministrazioni di vaccini Covid 19, l’Azienda USL di Ferrara si è già attivata per individuare, il più rapidamente possibile, soluzioni per i pazienti dei due medici, che saranno comunicate tempestivamente. Nel frattempo gli utenti potranno rivolgersi agli altri servizi sanitari erogati dalle aziende sanitarie della provincia.
Contestualmente l’Azienda USL si è attivata col proprio ufficio Legale per valutare eventuali aspetti disciplinari, civili e d’immagine della vicenda, rispetto alla quale si riserva di costituirsi parte lesa.
Con l’occasione, infine, l’Azienda rimarca come in ogni circostanza abbia sempre prestato, anche per questa specifica indagine, e continuerà a prestare, la massima collaborazione agli inquirenti.