I finanzieri del Comando Provinciale di Ferrara, nell’ambito dei controlli di polizia economicofinanziaria
hanno individuato un imprenditore comacchiese, rappresentante legale di uno
stabilimento balneare, che è risultato essere beneficiario del reddito di cittadinanza pur non
avendone diritto per aver omesso di dichiarare i redditi conseguiti.
La Tenenza di Comacchio, a seguito di accertamenti mirati a verificare eventuali ipotesi di
riciclaggio, ha approfondito alcune segnalazioni di operazioni sospette, analizzando i flussi di
denaro confluiti sui conti correnti e sulle carte di debito e credito riconducibili al rappresentante
legale e socio della società che gestisce uno stabilimento balneare nel comacchiese. I riscontri
effettuati hanno permesso di accertare che l’imprenditore aveva fatto transitare fra il 2018 e
2019, nella propria carta prepagata, importi per complessivi 40.000 € che erano gli incassi che
la società, dallo stesso rappresentata, doveva riscuotere per aver concesso in affitto lo
stabilimento balneare ad altre imprese con regolari contratti. La successiva attività di natura
fiscale ha permesso di constatare che i 40.000 € non sono mai transitati né nella contabilità
dell’impresa – non c’è traccia di alcuna fattura – né tanto meno sui conti correnti della società,
rimanendo di fatto nella disponibilità del suo socio, senza che siano stati mai dichiarati.
L’escamotage è stato adottato per sfuggire alle pretese del Fisco, già creditore di oltre 200.000
€ per imposte dovute e non versate dall’impresa nel corso degli anni.
Da un ulteriore controllo incrociato, il socio dello stabilimento è risultato anche percettore del
“reddito di cittadinanza”, che però non aveva diritto a riscuotere per aver occultato nella
compilazione della “dichiarazione sostitutiva unica” (DSU) – da presentare per il calcolo
dell’ISEE, la cifra di 25.000 €, ovvero una significativa quota parte dei 40.000 € percepiti in
“nero” sulla propria carta prepagata fra il 2018 e il 2019. Oltre alla denuncia per falso, la
posizione dell’imprenditore è stata segnalata l’INPS per la revoca immediata del beneficio e il
recupero di quanto finora illecitamente percepito: 1.500 € corrisposti in tre tranche, nei mesi di
agosto, settembre e ottobre 2021.
Contestualmente al controllo fiscale, avviato nell’agosto 2021, i finanzieri hanno effettuato
anche una verifica in materia di lavoro a carico della società che dal 2020 è tornata ad avere la
gestione diretta dello stabilimento, riscontrando la presenza sul luogo dell’attività, di due
lavoratori, uno dei quali, un italiano, è risultato completamente “in nero”. All’azienda è stata
irrogata la “c.d. maxisanzione”, mentre il competente Ufficio Territoriale dell’Ispettorato del
Lavoro di Ferrara ha immediatamente adottato il relativo provvedimento di sospensione.
L’azienda ha poi provveduto a sanare il rapporto di lavoro “in nero” accertato, versando quanto
dovuto per dare continuità alla propria attività.
L’operato della Guardia di Finanza è finalizzato, in questo periodo emergenziale, ad assicurare
il necessario presidio di legalità per contrastare trasversalmente i fenomeni evasivi più gravi e
insidiosi, di sfruttamento della manodopera irregolare o “in nero”, e di percezione dei contributi
pubblici, sia in danno del tessuto imprenditoriale che agisce nel rispetto delle norme fiscali e
contributive, sia delle fasce di cittadini più deboli.