Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Ferrara, ha
accertato a carico di una cooperativa di Goro che si occupa della coltivazione dei mitili e
della loro commercializzazione, un mancato versamento di oltre 1,5 milioni di euro, dovuti
a titolo di canoni demaniali alla Regione Emilia Romagna.
La società, che come tante altre analoghe associazioni di pescatori presenti nel basso
ferrarese, si dedica alla coltivazione dei molluschi, è titolare di una concessione demaniale
affidatale dalla Regione Emilia Romagna per lo sfruttamento nella “Sacca di Goro” di
un’area destinata all’acquacoltura. Per tale assegnazione, che ha un’estensione di oltre
10 ettari, è stato accordato un canone agevolato a condizione che la cooperativa
svolgesse un’attività prevalente a favore dei propri soci: il rapporto della vendita dei
prodotti della pesca ottenuti con i conferimenti dei soci deve essere preponderante rispetto
al prodotto complessivamente commercializzato.
Di fatto è stato accertato che la cooperativa nel periodo dal 2012 al 2019 ha collocato sul
mercato ittico quantitativi di mitili provenienti per meno del 5% dal conferimento dei propri
soci, e per il restante 95% da una società friulana, che vende (ma non produce) gli stessi
prodotti coltivati in un’altra Regione. In tale contesto non è stato possibile stabilire se i
prodotti commercializzati dal 2012 al 2019 siano stati dichiarati come provenienti dalle
zone lagunari friulane e/o dalla “Sacca di Goro”.
Per tali motivi, in assenza delle condizioni mutualistiche previste dall’atto costitutivo e dallo
statuto della cooperativa gorese, il canone accordato da versare alla Regione Emilia
Romagna è risultato non più quello agevolato, bensì quello ordinario. In sostanza la
società dal 2012 al 2019 ha versato solo 3.700 € a fronte di un importo dovuto pari a €.
1.550.000, con un risparmio annuo di circa 190.000 €.Per i fatti accertati le Fiamme Gialle ferraresi hanno inoltrato due segnalazioni, una alla
Corte dei Conti di Bologna per un danno erariale di circa 1,5 mln di € e una alla Regione
Emilia Romagna che ha avviato un procedimento amministrativo finalizzato al recupero
dei canoni effettivamente dovuti dalla cooperativa per l’utilizzo dello specchio acqueo
demaniale assegnato.