Alla luce di quanto emerso in quesito giorni nell’ambito della trattava sul futuro della Lamborghini Spa di Dosso tra sigle sindacali e Gruppo Ferroli, che gestisce disastrosamente l’azienda dal 2002, e in relazione al cambio di passo annunciato dal gruppo sul processo di dismissione dello stabilimento e del suo trasferimento nel veronese, presenterò un’interrogazione scritta al Ministro dello Sviluppo Economico Calenda – lo dichiara il deputato del Movimento 5 Stelle Vittorio Ferraresi. All’evidente mancanza di capacità gestionale del Gruppo Ferroli – prosegue Ferraresi -, ampiamente dimostrata dalla travagliata storia fatta di ristrutturazioni dei debiti e di tagli al personale, si somma, come emerge dalle dichiarazioni di questi giorni, il totale disprezzo non solo delle condizioni e del futuro dei lavoratori, ma anche il disinteresse per la parola data durante le trattative che si sono svolte a settembre al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico, nel quale il Gruppo aveva espresso la propria disponibilità al dialogo. Questo non è avvenuto e la Ferroli, con decisione unilaterale, ha deciso di strappare, imprimendo un’accelerazione al piano di dismissione dello stabilimento di Dosso e di trasferimento dei settori commerciale, amministrativo e logistico e san Bonifacio, in provincia di Verona. Sul versante dei lavoratori, la scelta è ora tra la fucilazione e la ghigliottina: 38 su 44 considerati in esubero saranno messi in cassa integrazione a zero ore, l’anticamera del licenziamento, per i quali è stata richiesta – e negata, salvo casi rarissimi – la possibilità di rotazione dei turni; l’azienda concederà poi, su richiesta dei sindacati, un incentivo alla mobilità di soli 300 euro divisi in due rate e a coloro ai quali sarà chiesto il trasferimento, una quota per il disagio, ma solo in via temporanea. Alla richiesta dell’azienda di anticipare il prossimo incontro al primo dicembre, i sindacati hanno dato una risposta affermativa ma strettamente vincolata alla reale disponibilità del gruppo a dialogare in maniera costruttiva. Per tutti questi motivi voglio esprimere la mia vicinanza e la mia solidarietà ai lavoratori e mi impegno a rivolgere un’interrogazione a risposta scritta al Ministro Calenda al fine di spingerlo ad assumersi pubblicamente e ufficialmente la responsabilità circa il futuro dello stabilimento, di cui si era fatto garante e testimone al tavolo di settembre, per poi scomparire nel nulla lasciando decine di persone nell’incertezza circa il loro destino e quello delle loro famiglie.