Nella notte tra il 16 ed il 17 agosto 2021 i Carabinieri del Comando Provinciale di Ferrara erano intervenuti presso un’abitazione della zona di Foro Boario, per investigare su un vero e proprio assalto compiuto da un gruppo di 6 persone contro i due inquilini lì presenti. Gli autori subito dopo il fatto si erano dati alla fuga. La scena testimoniava l’uso plateale della violenza, la porta d’ingresso dell’alloggio era stata abbattuta, era stato utilizzato del gas urticante contro gli inquilini, la mobilia danneggiata mediante il lancio di pietre, bottiglie di vetro e bastoni. Al termine del raid, gli assalitori avevano lasciato a terra anche una bottiglia molotov, dei coltelli, una pistola scacciacani, insieme a molte tracce di sangue. Di fronte a tutto questo, appariva esservi unicamente un ferito lieve. I primi elementi investigativi convergevano subito su uno scontro tra cittadini tunisini, noti agli uffici di polizia, gravitanti nella zona di Via Baluardi. Nelle prime ore il caso aveva una svolta importante, infatti le due vittime riferivano che con loro vi era un terzo amico, il quale aveva reagito all’aggressione contrattaccando gli assalitori ed inseguendoli, da questi poi rapito. A prova di ciò riferivano di una telefonata del sequestrato, con cui li aveva informati di essere nelle mani degli aggressori, legato ad un albero in un luogo sconosciuto. A quel punto iniziavano ricerche a tutto campo da parte degli investigatori, con lo sviluppo di un massiccio controllo sugli ambienti in cui muovevano sia le vittime che i sospettati. I risultati della forte pressione non tardavano a maturare, infatti la sera 18 agosto il sequestrato – tramite uno dei soci – faceva sapere di essersi liberato e ne dava prova con un video girato col proprio smartphone. A quel punto, quella che era una delle piste investigative già considerate dagli inquirenti diveniva un vero e proprio campanello d’allarme, prendendo realisticamente corpo l’ipotesi della simulazione. L’attenzione investigativa sul gruppo diveniva ancor più significativa inducendo il “sequestrato” a presentarsi ai Carabinieri, assistito da un legale di fiducia. Il Pubblico Ministero, supportato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, evidenziava una serie di contraddizioni sulla versione fornita in denuncia, che portavano la parte offesa a confessare la simulazione, posta in essere per vendicarsi degli autori dell’assalto all’abitazione. Nel progetto – ideato sul momento – aveva sin da subito coinvolto gli altri due appartenenti al proprio “gruppo”, che lo avevano aiutato confermando le false accuse. Appurato il punto, le indagini hanno chiarito che quanto accaduto il 16/17 agosto era stato solo l’ultimo episodio di uno scontro tra due gruppi di tunisini, con un precedente tra gli stessi risalente alla sera del 15 agosto – con vittime ed aggressori a parti invertite – ed ancora del mese di giugno 2021 con analogo episodio – con il raid in via Cavedone – nonché del giugno 2020, con un accoltellamento avvenuto in Via Baluardi. A conclusione delle indagini, sono stati quindi notificati i decreti di rinvio a giudizio, per cui cinque dei soggetti coinvolti dovranno rispondere dei reati di lesioni aggravate reciprocamente inferte nelle occasioni del 15 e 16 agosto, nonché della violazione di domicilio; mentre tre di loro saranno giudicati anche per la simulazione di reato e la calunnia relative al finto sequestro di persona.
(Testo autorizzato con Decreto ex D.Lgs 188/2021)