Di Eleonora Cavazzana
All’alba di oggi, i Carabinieri della Comapagnia di Ferrara – a conclusione di un’articolata attività investigativa – hanno eseguito l’Ordinanza emessa dal G.I.P. del locale Tribunale il 25 settembre u.s. nei confronti dei componenti della banda che il 28 gennaio scorso ha messo a segno l’unica – ed efferata – rapina finora consumata nella provincia estense ai danni di un esercizio compro oro – l’Aurum di corso Porta Mare nr. 36 – immobilizzato e malmenato il titolare e asportato denaro a metalli preziosi per un valore superiore ai 50.000,00 Euro.
Il sodalizio criminale – 5 arrestati e 2 denunciati in stato di libertà – era composto da:
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4 nomadi di etnia Rom residenti a Jolanda di Savoia: D.N. (cittadino macedone) di 52 anni, i suoi figli D.J. 22enne e K.B. 28enne (entrambi cittadini italiani), e il cognato del primo, H.G. 35enne (cittadino italiano), tutti pregiudicati;
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un ferrarese, P.A. di 36 anni, pregiudicato;
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due fratelli palermitani, S.L. di 47 anni e S.M. di 43 anni, entrambi pregiudicati e residenti a Voghiera (FE).
I 7 hanno assunto ruoli diversi nell’evento criminoso: i fratelli D.J. e K.B., sono stati gli esecutori materiali della rapina. Alle ore 11:30 circa di sabato 28 gennaio 2017, infatti, sono entrati a volto scoperto nel negozio di compravendita di metalli preziosi “Aurum”, con il pretesto di mostrare un quadro al titolare (un 73enne che, per l’età, è ascrivibile tra le c.d. “fasce deboli della società”), appassionato d’arte. Con vari artifizi i due sono riusciti fare uscire l’anziano esercente dal box a lui riservato – luogo separato, per ragioni di sicurezza, da quello a cui accedono i clienti – immobilizzandolo ed entrando nell’ area di sicurezza del negozio. Uno dei due fatelli ha quindi afferrato la vittima per il collo e l’ha gettata a terra all’interno del box per poi prenderla – entrambi – a calci e a pugni, fino a provocarle la frattura della tibia sinistra. Hanno poi immobilizzato l’esercente bloccandogli i polsi e le caviglie con del nastro adesivo e impedendogli di chiedergli aiuto cingendogli la testa, all’altezza della bocca, sempre con lo stesso nastro adesivo. Uno dei due rapinatori ha quindi aperto la cassaforte, che era socchiusa, appropriandosi del contenuto (denaro e preziosi in oro e argento). Prima di allontanarsi i due hanno anche sottratto il denaro contante che l’anziano titolare del comproro aveva nel portafogli e il telefono cellulare dello stesso.
Soltanto tre ore più tardi la figlia della vittima, allertata dalla madre che aveva telefonato preoccupata per il mancato rientro a casa del padre (73enne) per il pranzo, assieme al compagno si era recato al negozio trovando il genitore ancora a terra. L’uomo è stato subito soccorso e ricoverato presso l’Ospedale di Cona dove i medici gli hanno diagnosticato contusioni sul corpo e la frattura composta della tibia sinistra con una prognosi superiore a 40 giorni, in quanto alla fine dello scorso mese di marzo non aveva ancora riacquistato le piene funzioni motorie.
Della ricettazione della merce, invece, se ne è occupato in primissima battuta H.G., zio dei rapinatori, che ha ricevuto il provento della rapina il giorno stesso della consumazione per poi consegnarlo al cognato D.N., padre dei rapinatori, il quale, a sua volta, lo ha dato, per la vendita, al palermitano M.S.. Quest’ultimo si è occupato personalmente della vendita di una parte di ciò che aveva ricevuto e per altra parte si è avvalso dell‘opera del fratello S.L. e del complice ferrarese.
Le misure applicate ai 7 sono di diversa natura in relazione alle single condotte assunte da ognuno nell’azione criminosa:
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Custodia Cautelare in Carcere, per i reati di rapina pluriaggravata in concorso, lesioni pesonali aggaravate in concorso, sequestro di persona in concorso, aggravato dall’avere commesso il reato per eseguirne un altro (la rapina) e ricettazione in concorso, a carico di:
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D.J e K.B., sia perché esecutori materiali della rapina sia peché sussistenti nei loro confronti il pericolo di fuga e il concreto e attuale pericolo che possano commetere delitti della stessa specie di quello in trattazione;
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D.N. che ha ricevuto l’oro sottratto dai figli al compro oro “Aurum”, poiché è stato ritenuto suissistente il pericolo di fuga e il pericolo della reiterazione nel medesimo tipo di reato, determinato dagli innumerevoli precedenti penali di cui è titolare, nonché per il quantitativo di oro ricettato, pari ad almeno un chilo, per la personalità caratterizzata da costante illegalità e, soprattutto, per la condotta attuata nei confronti dei figli che egli sta avviando al crimine;
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S.M., riguardo al quale sussistono le esigenze cautelari per il concreto e attuale pericolo che commetta delitti della stessa specie in base alla personalità in quanto titolare di precedenti penali specifici;
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arresti domiciliari a carico di P.M. per il reato di ricettazione, per il quale, pur sussistendo il pericolo concreto ed attuale di reiterazione del reato alla luce delle circostanze del fatto e della personalità, è stata ritenuta sufficiente ad arginare il pericolo di reiterazione la misura degli arresti domiciliari nell’abitazione con divieto di comunicazione con persone diverse da quelle che con lui coabitano;
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denuncia in stato di libertà per il reato di ricettazione a carico di S.L. e H.G., le cui condotte non sono state ritenute suscettibili di misure cautelari.