«La Regione deve chiarire cosa sta succedendo all’ospedale “Santissima Annunziata” di Cento, dove secondo quanto riportato all’albo dell’Azienda Sanitaria sarebbe stata imminente l’apertura di un Cau (Centro di assistenza e urgenza; ndr) sconfessata però qualche settimana dopo, adducendo un errore nella pubblicazione di un “allegato”. La delicatezza della questione merita, se possibile, un approfondimento da parte del sindaco e dell’assessore alla Sanità, Raffaele Donini». A richiedere che sia fatta immediatamente chiarezza, a proposito dei servizi di emergenza urgenza dell’ospedale di Cento, sono il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, ed il segretario locale del Carroccio, Luca Cardi. «Il 7 giugno – spiega Bergamini – è comparsa all’albo una delibera, la quale prevedeva l’istituzione di un Cau a Cento, inizialmente aperto 12 ore al giorno e sette giorni su sette, dal mese di dicembre prossimo. Una scelta già di per sé controversa, perché, se è vero che la Regione ha scelto questi ambulatori per le emergenze a bassa complessità per ridurre le lunghe file di attesa ai Pronto Soccorso, è anche vero che il Cau di Cento sarebbe stato il terzo nell’Alto Ferrarese. Dopo quello di Bondeno e quello previsto a Vigarano, ed in partenza a dicembre». A quanto sembra, il 9 luglio, si assiste però ad una retromarcia, con la sparizione da un nuovo documento pubblicato all’albo del Cau di Cento, derubricato a “errore materiale nell’allegato, che si intende correggere”… «Cento dispone già di un Pronto Soccorso che lavora bene, nonostante le carenze di personale dovute alla scarsa lungimiranza della Regione – dicono Bergamini e Cardi –. Un Ps che accoglie annualmente 22mila utenti (poco meno del Delta, che ne conta 25mila, e molti di più di Argenta, che arriva a 14.600 pazienti). Rispettando, soprattutto, le tempistiche previste dalla stessa Regione, anche in considerazione del fatto che il 60% dei pazienti che accede al Santissima Annunziata è costituito da codici rossi, arancioni o azzurri. A questo punto, non vorremmo che la scelta di aprire un Cau a Cento (spiegata come un refuso) sia solo un tentativo di ridurre gli accessi al Ps, giustificando magari in seguito un depotenziamento dei servizi di emergenza-urgenza».