Di Marco Cevolani
Forse un ponte, un argine e un fiume separano davvero due comunità. Anni addietro serpeggiava un curioso modo di dire “Pieve non di Cento” per rimarcare una distanza forse non solo geografica fra le nostre due cittadine, un tempo unite e ora divise, non solo appunto da un fiume, da un ponte e da un argine (anzi due, visto che ce ne sono due, uno per sponda).
In un colpo solo sono arrivate importanti notizie: soldi per la protezione civile (Pieve di Cento è tra i primi Enti locali a beneficiare di un finanziamento regionale per il potenziamento delle strutture di Protezione Civile – si legge sul profilo ufficiale dell’amministrazione della ridente cittadina oltre Reno- nel contesto di un percorso di miglioramento dei sistemi locali di Protezione Civile che la Regione Emilia Romagna ha assegnato lunedì con una prima tranche pari a 1,5 milioni di euro), soldi quindi permetteranno di avere, come afferma il Sindaco Luca Borsari “una nuova Sala Polivalente a servizio della comunità che, in caso di emergenza, si trasformerà in centro di assistenza della popolazione”
Poi una notizia che solitamente passerebbe inosservata ma che – stante la proverbiale lentezza della pubblica amministrazione – colpisce per rapidità e tempestività: “su richiesta del Sindaco visto l’approssimarsi del fine settimana e la concomitanza con la Fiera di Pieve, l’interruzione di energia elettrica originariamente prevista per sabato 3 settembre è rinviata a data da destinarsi”…diciamocela tutta, per una volta non è il cittadino a “soccombere” allo status quo del “ci sono lavori da fare, purtroppo non ci possiamo fare nulla” Ora, non che a Cento ci sia anarchia e che l’amministrazione stia con le mani in mano, pure Cento registra l’ottenimento di fondi per le scuole, pulizia del centro storico, però – ed è questo che dovrebbe far suonare il campanello d’allarme – ci sono molti nostri concittadini che “preferiscono andare a Pieve”, dove è possibile trovare un “parco giochi organizzato e pulito” una “biblioteca funzionale e funzionante”, insomma si ha l’impressione che Cento stia segnando il passo. Colpa di decenni di inattività? Colpa che i danni del terremoto siano stati più evidenti e marcati nella nostra cittadina? Merito che Pieve è più piccola? Colpa delle nostre giunte di centro-destra? Colpa di quelle nostre di centro-sinistra? Emblematica la frase di una signora che su Facebook ha più o meno apostrofato il nostro Sindaco dicendo “dovrebbe imparare dai suoi colleghi di Pieve”. Certo, qualche giudizio rilasciato in libertà non fa statistica, ma due indizi fanno una prova: a Cento manca almeno un luogo di cultura da visitare e da “sfruttare”: GAM, Rocca, Pinacoteca tutte chiuse, una biblioteca che paga lo scotto di una sede piuttosto infelice, la Pandurera che non ha più gli spazi per le associazioni… Forse dall’anno prossimo la “palla” della sfida potrà essere rimessa al centro del campo quando riaprirà la “nuova” Civica Pinacoteca. Poi certo Cento ha un grandissimo Carnevale, ma stiamo attenti a non fare quaresima il resto dell’anno.