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I fatti risalgono al 17 ottobre. Due cittadini italiani, uno 37enne e l’altro 23enne, si erano impossessati di un pezzo da cantiere, una bobina contenente rame per un peso di oltre due tonnellate e mezzo, dalla sede di una azienda di Copparo. Notati ed identificati nel tardo pomeriggio da una pattuglia di Carabinieri di passaggio, si erano dichiarati dipendenti dell’azienda, condizione che in effetti veniva verificata dai militari in servizio.
Una storia che potrebbe sembrare fine a sé stessa, se non fosse che il giorno immediatamente successivo, vale a dire il 18 ottobre, i Carabinieri di Copparo ricevono una denuncia. Il responsabile dell’azienda segnala ai militari che dalla sede della stessa è stata asportata proprio una bobina di rame del tipo e del peso corrispondente a quella notata dalla pattuglia di Carabinieri il giorno prima (avente valore di circa 25.000 € secondo il prezzo odierno del rame), e quindi, dato che i due responsabili erano già stati identificati, stringere il cerchio attorno a loro è stata un’operazione rapida. Per i due dipendenti infedeli, ora, si configura il reato di furto aggravato così come riportato nel deferimento che i militari di Copparo hanno inviato alla Procura della Repubblica di Ferrara, di fronte alla quale ora il 37enne e il 23enne dovranno dare spiegazione della loro condotta.