Sono undici i lavoratori “in nero” scoperti dai finanzieri del Comando Provinciale di Ferrara
nel corso dei controlli eseguiti per contrastare forme di lavoro “sommerso”. Ai titolari delle
quattro imprese non in regola con la normativa sul lavoro è stata applicata la c.d.
“maxisanzione” (che va da 1.800 euro 10.800 euro per ciascun lavoratore non dichiarato).
A due imprese è stato notificato anche il provvedimento di chiusura.
Dieci degli undici lavoratori “in nero” sono stati scoperti dai finanzieri della Tenenza di
Comacchio. In un solo controllo effettuato presso un ristorante dell’argentano sono stati
individuati cinque dipendenti (su sei) senza alcun contratto e altri tre in un ristorante della
zona di Ostellato. I due locali, entrambi gestiti da ferraresi, sono stati segnalati per il
relativo provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale che l’Ispettorato
Territoriale del Lavoro di Ferrara ha già eseguito in attesa della regolarizzazione dei
lavoratori (la sanzione scatta quando i lavoratori irregolari impiegati superano il 20% del
totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro). In un laboratorio tessile dell’argentano
gestito da un cittadino cinese due sono i lavoratori “in nero” accertati (anch’essi di etnia
cinese), di cui uno è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per essere entrato illegalmente
nel territorio dello Stato privo di documenti (allo stesso è stato già notificato il decreto di
espulsione). Contestualmente, il datore di lavoro, è stato denunciato per aver occupato
alle proprie dipendenze il connazionale privo del permesso di soggiorno.
Anche i finanzieri della Compagnia di Ferrara nel corso delle attività di controllo economico
del territorio hanno verbalizzato il titolare cinese di un salone di bellezza per uomini della
città estense, per aver impiegato un connazionale privo di regolare contratto di
assunzione.
L’attività della Guardia di Finanza in questo periodo emergenziale è finalizzata ad
assicurare il presidio di legalità per contrastare i fenomeni evasivi più gravi e insidiosi, fra
i quali anche lo sfruttamento della manodopera irregolare o “in nero”, sia in danno del
tessuto imprenditoriale che opera rispettando le norme fiscali e contributive, sia delle fasce
di cittadini più deboli.