Consulta di Cento… cambiamo strada. “Adesso, davvero, basta”. E’ l’incipit della durissima replica della Giunta a Mauro Bernardi dopo che, solamente ieri, aveva chiesto le dimissioni dell’assessore alla sicurezza e vicesindaco Mario Pedaci (link all’articolo).
“E’ ora di dire con forza che così proprio non va. Che non è più possibile tollerare atteggiamenti gravemente irresponsabili, profondamente irrispettosi che stanno distruggendo un pezzetto di comunità, quello della coesione, senza avere, neppure a livello teorico, alcun modello di positività. Intanto va fatta chiarezza: Mauro Bernardi parla a titolo personale. La Consulta civica non è stata nemmeno coinvolta su questi temi. Consulta che sta morendo, letteralmente soffocata dal comportamento del suo presidente che, andando oltre ogni limite, di competenza, di ruolo, di buon senso, di buon gusto, di senso di responsabilità e, in alcuni casi, persino di legittimità, sta “disgustando” soprattutto i consultori più giovani. Stanno già arrivando, infatti, le prime dimissioni. E’ un uso, quello di Bernardi, assolutamente politico e personalistico della Consulta di Cento capoluogo che ha del paradossale. E come tale va stigmatizzato. Bernardi è l’unico Presidente di Consulta ad oggi, ad otto mesi dal suo insediamento, a non aver mai chiesto un appuntamento col Sindaco. Eppure si permette di commentare ciò che l’Amministrazione pensa o programma. Chissà sulla base di quali informazioni? Lui dice di raccogliere le istanze del cittadino (e questo va bene) ma se non le porta a conoscenza degli Amministratori a cosa serve? Davvero pensa in buona fede che il consultore lo si faccia sui giornali ed a suon di volantini? Ma non è esattamente quello che faceva anche prima di entrare in Consulta? Peraltro sempre con lo stesso tono, polemico e violento, sempre con lo stesso approccio, esagerato, sempre con la stessa faziosità: contro a prescindere. Basti pensare che in otto mesi questa è la seconda richiesta di dimissioni del Vicesindaco. Cambiano i motivi ma non i personalismi… E allora cosa si può fare? Già mesi fa, dopo la precedente ridicola richiesta di dimissioni chiedemmo alla Consulta cosa intendeva fare, se avesse, cioè, voglia di tollerare ancora questo uomo solo al comando e tutti i danni che produce. Allora la Consulta si distanziò da una richiesta fatta a nome dell’organismo che non era stato nemmeno consultato. Questa volta abbiamo avuto tutti quanti le prove che non è stato fatto tesoro di quell’esperienza e che Mauro Bernardi ci è ricascato. Non sarà sufficiente una nuova presa di distanze per ridare ossigeno alla morente Consulta. Occorre cambiare Presidente e mettere davanti qualcuno che abbia davvero a cuore Cento e che non sia solo interessato a vedere la sua faccia sul giornale. Cambiamo presidente, dunque, cambiamo passo, cambiamo modo di lavorare e ripartiamo. Non ci sono alternative. Chi grida sempre “al lupo” dopo un po’ non viene più creduto. E la credibilità di Mauro Bernardi è piuttosto bassa già da diversi anni. Non è però una questione personale. E’ un fatto di correttezza verso la Città che non può essere allarmata senza validi motivi (sul problema sollevato, nelle sue reali dimensioni, si sta lavorando, assieme agli operatori di sicurezza). E’ un problema di correttezza verso il lavoro delle forze dell’ordine che debbono poter operare in tranquillità. Di correttezza verso l’Amministrazione che ha voluto e istituito le Consulte e che si aspetta da questi organismi un aiuto e non una continua pretestuosa e inutile polemica. E’ venuto il tempo di cambiare strada. La Consulta di Cento è già ad un passo dal baratro dell’autoreferenzialità e dell’isolamento. Lì la ha condotta il suo presidente. Mauro Bernardi ha già fatto troppi danni a Cento. Sarebbe sbagliato consentirgli di rovinare anche questo strumento di partecipazione”.