“È in questo momento impossibile continuare ad operare con la necessaria serenità: non ci è possibile capire se quanto accaduto raffigura una corretta modalità di gestione delle delibere o rappresenta invece una forzatura ai confini della legittimità o addirittura oltre.
La mancata approvazione del Bilancio previsionale ai sensi dell’articolo 141 del Tuel, come è noto, comporterebbe la decadenza del Sindaco e del Consiglio comunale. Seguitare ad operare senza avere certezza della legittima titolarità delle istituzioni comunali non è per noi ulteriormente possibile”.
Questo il passaggio centrale della richiesta di parere di legittimità inviata dal Presidente del Consiglio Matteo Veronesi al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Ferrara su richiesta di altri 11 consiglieri comunali nei giorni scorsi. Un passaggio necessario per uscire da una situazione incomprensibile. È un fatto oggettivo che il Segretario generale durante la sospensione della seduta del 27 maggio scorso ha considerato non approvato il Bilancio previsionale. L’interpretazione di chi è preposto per legge a coadiuvare e ad assistere il Consiglio nell’interpretazione e nella lettura di leggi e regolamenti è stata chiarissima. Al punto che il Vicepresidente Contri, che al momento guidava l’Assemblea, ha pedissequamente ripetuto quanto indicato dal Segretario come interpretazione dell’articolo 69 dello Statuto. Una interpretazione data non certo a cuor leggero ma arrivata dopo oltre 40 minuti di sospensione nei quali la Segretaria generale ha letto con attenzione più volte Statuto, regolamenti e testo unico degli enti locali. D’altra parte la delibera pubblicata all’Albo pretorio qualche giorno dopo la seduta di Consiglio comunale ugualmente non lascia margini interpretativi: è scritto infatti nero su bianco che il Bilancio non è approvato. Allora perché è stata inviata in Prefettura una mail, senza allegare la delibera, per dire che il documento previsionale era stato regolarmente approvato? Come si può sostenere in contemporanea che il documento è stato approvato e che si dovrà andare in Consiglio comunale per correggere l’errore? Se c’è stato un errore, prima dovrà essere corretto e successivamente si potrà dire che il bilancio è stato regolarmente approvato. Quest’affermazione pare di buon senso. Allo stesso modo non appare comprensibile e neppure rispettoso delle prerogative del Consiglio comunale affermare, come ha fatto il vicepresidente Diego Contri, che si tornerà prima o poi in Consiglio per modificare quanto scritto nel verbale. Cosa farà o non farà il Consiglio comunale lo deciderà il Consiglio comunale stesso, a maggioranza dei propri componenti, non certo il Vicepresidente Contri e nemmeno il Sindaco Toselli. Non è accettabile condizionare in questo modo la libera e autonoma attività dell’Assemblea.
È certamente ragionevole immaginare che i 10 consiglieri rimasti fedeli al Sindaco oltre ai due che sono improvvisamente e misteriosamente saltati sul carro non faranno mancare il loro voto. Ma è quantomeno curioso che si sostenga oggi che il Consiglio recepirà le motivazioni proposte dal Segretario quando al momento non esiste alcuna comunicazione né ufficiale né ufficiosa in merito alle possibili presunte ragioni alla base di un eventuale cambio interpretativo sulla articolo 69 dello Statuto e su ciò che prevede o non prevede. Insomma, Contri già dice, facendo eco a quanto aveva affermato lo stesso Sindaco, che il Consiglio comunale cambierà il verbale ma nessuno ha ancora avuto la correttezza istituzionale di comunicare ai Consiglieri comunali quali sarebbero le argomentazioni che dovrebbero far cambiare il verbale.
Va ricordato peraltro che la decisione di considerare respinto il Bilancio previsionale non è stata frutto né di voto né di dibattito consiliare: il Vicepresidente che guidava in quel momento l’Assemblea ha in totale autonomia recepito le indicazioni del Segretario generale e dichiarato la non approvazione. Nessun altro Consigliere si è mai a riguardo espresso.
Eppure il Sindaco parla di “ostruzionismo” e “teatrino”. Semmai dovrebbe prendersela proprio con chi ha proclamato la mancata approvazione ma non può farlo perché è oggi l’imprescindibile “stampella” della sua zoppicante “non maggioranza”.
In tutto questo teatrino stanno passando una dopo l’altra settimane di blocco dell’ente locale. Alla faccia di quanti ipocritamente sostenevano che il commissario avrebbe portato alla paralisi. Purtroppo le nostre istituzioni sono ferme da mesi e la responsabilità di tutto questo è da ascrivere esclusivamente al Sindaco e a chi oggi ancora lo sostiene.