di Giulia Borgioli
Il momento del “giro visita” in ospedale è uno dei momenti fondamentali nell’organizzazione del lavoro in reparto. Oltre ad avere un’importantissima ricaduta sul paziente e sui suoi familiari, è infatti fondamentale per programmare le cure del degente. Proprio per questo, tra i diversi progetti messi in campo per migliorare la capacità di risposta dell’ospedale in un contesto di bisogni che cambiano e che crescono, nell’area medica di Cento diretta dal Prof. Giorgio Zoli è partita la sperimentazione del progetto Ward Round. Una sperimentazione che, a partire da lunedì scorso, (27 marzo 2017) interessa anche la Cardiologia.
“Ward round” è “un termine tecnico per descrivere modelli alternativi di visita medica – ha spiegato il Prof. Zoli – Nel caso specifico di Cento, già da qualche mese stiamo lavorando per creare, nella routine di reparto, un momento strutturato di confronto tra personale medico ed infermieristico. Un approccio già diffuso a livello internazionale, ma ancora poco noto e applicato in Italia, basato su un cambiamento culturale ed organizzativo del personale sanitario, che prevede un percorso formativo rivolto a tutte le figure professionali coinvolte nella cura del paziente ricoverato”.
In pratica la visita quotidiana si divide in tre momenti: visita seduta, visita a letto ed una valutazione finale (debriefing). Durante la prima fase, ci si accorda su quali degenti visitare per primi, così medici ed infermieri arrivano alla prima visita già preparati sullo stato dei pazienti. Si passa poi alla visita al letto, durante la quale il personale sanitario si presenta con una strategia condivisa, che dà maggiore certezza a medici ed infermieri e rassicura anche il paziente stesso che nel colloquio trova un interlocutore aperto, cordiale e più disponibile.
E infine, all’uscita della stanza, per rispettare la privacy del paziente, il debriefing, la valutazione finale.
Non è quindi un semplice passaggio di informazioni…si tratta piuttosto di un confronto multiprofessionale, indispensabile per migliorare la programmazione del ricovero e di tutti gli approfondimenti diagnostici che si rendono necessari, e per tale motivo è essenziale che partecipino medici ed infermieri di settore ma anche eventuali altre figure professionali (il coordinatore infermieristico, il primario, i tirocinanti e gli specializzandi ad esempio).
È ancora presto per dire se questa nuova sperimentazione funzioni o meno, ma sembra che il riscontro sia più che positivo visto che consente di allineare le modalità di lavoro dei professionisti standardizzando la visita e limitando in termini di tempo e maggiore efficienza la comunicazione e la relazione tra medici ed infermieri.
“Siamo gli unici in Emilia Romagna ed i primi in provincia di Ferrara ad adottare questo modello: possibile solo laddove ci sia un forte impulso di cambiamento culturale ed organizzativo. Già dal 2014 – ha continuato il Dott. Zoli – l’Ospedale di Cento ha impostato il proprio lavoro nell’ambito della riorganizzazione delle strutture ospedaliere secondo il modello per intensità di cura. Un modello che negli anni ha catturato l’attenzione anche di altre realtà. Il progetto, che oggi insieme al Dott. Sassone primario di Cardiologia, stiamo realizzando con il coinvolgimento di Medicina e Cardiologia (per un totale di 67 posti letto), è la naturale evoluzione di quello stesso modello di ospedale d’avanguardia sul quale da anni lavoriamo”.