Per la morte di un ex dipendente della Baltur di Cento, il 66enne Gianpaolo Brugioni, l’imprenditore centese Gianni Fava, all’epoca dei fatti legale rappresentante della società, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. I fatti risalgono al 2011 quando il dipendente scopre di essere ammalato del terribile mesotelioma alla pleura, malattia professionale spesso legata all’esposizione all’amianto. La malattia, secondo l’accusa, sarebbe insorta durante il periodo lavorativo alla Baltur di Gianpaolo Brugioni. L’uomo, purtroppo, nonostante un intervento di asportazione di un polmone, si arrenderà alla malattia e qualche tempo dopo morì. Di quei fatti era stata intentata una causa che ora è diventata un rinvio a giudizio per Fava che il prossimo 8 marzo (Giudice Sandra Lepore) dovrà difendersi dalle accuse. Fava è difeso dall’avvocato Marco Martines. «La società – si legge in una nota diramata pochi giorni dopo la morte dell’ex dipendente – tiene a precisare che la stessa, leader in Italia e nel mondo nel settore dei bruciatori e caldaie, ha da sempre garantito e assicurato a tutti i suoi collaboratori la massima tutela possibile in ordine a salute e sicurezza, prevedendo protocolli sanitari già all’epoca precursori di quella che sarebbe stata poi la normativa in materia»