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Cento ha salutato mons. Salvatore Baviera

DiGiuliano Monari

Gen 13, 2016

funerale don baviera 13 gennaio 2016

Di Giuliano Monari –  fotoservizio Lia De Luca

Un lungo, caloroso abbraccio di stima e sincera gratitudine, ha accompagnato mons Salvatore Baviera nel suo ultimo viaggio terreno dopo la morte, avvenuta lo scorso 11 gennaio nella sua casa di via Guercino a Cento, all’età di 90 anni.

La chiesa di San Lorenzo, gremita, non è riuscita a contenere tutti coloro che hanno reso omaggio a questo straordinario sacerdote e uomo di cultura spentosi lunedì all’età di novant’anni, gran parte dei quali dedicati alla sua patria di adozione, appunto Cento, che raggiunse da Bologna nel 1963 con l’incarico di parroco della basilica collegiata di San Biagio. Un popolo intero ha partecipato al rito solenne concelebrato dai sacerdoti della zona e presieduto dal neo vescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, con accanto i due parroci della città, monsignor Stefano Guizzardi e don Giulio Gallerani. Tanta gente comune, dunque, e molte autorità guidate dal sindaco Piero Lodi: i vertici delle forze dell’ordine, della CariCento e della Fondazione, esponenti delle categorie economiche e dei molteplici gruppi sociali oltre, naturalmente, alle tante espressioni organizzate del vivace mondo cattolico cui Baviera seppe dare un grande e riconosciuto impulso.
Sulla bara ai piedi dell’altare erano state poste la stola gialla della Basilica e la sciarpa biancorossa della Benedetto XIV, la società sportiva che, appena giunto a Cento, Baviera volle fondare per offrire spazi di ricreazione costruttiva ai giovani. Nel suo primo intervento centese – semplice, profondo e coinvolgente – il vescovo Zuppi ha sottolineato l’onore che tutta Cento stava rendendo a questo «Pastore buono, generoso e intelligente», capace di comunicare come pochi il Vangelo, di valorizzare le radici della comunità e di trasmetterle alle nuove generazioni grazie anche a un grande e appassionato lavoro nel campo storico e in genere culturale.
«Mi hanno colpito, ha detto Zuppi, le tante realizzazioni che ha lasciato. Ha saputo coniugare la vicenda locale con quella più grande; ha creato relazione grazie alla sua vicinanza con le persone. La comunità era la sua famiglia e ad essa ha dato tutto ciò che aveva. Solo ciò che doniamo – ha concluso – resta». Il rito è stato accompagnato dalle splendide voci, ottoni e organo, della Cappella musicale di San Biagio, ricca di storia e rivitalizzata proprio da Baviera. A lato della bara, con i carabinieri in alta uniforme, figuravano il gonfalone del Comune, delle Confraternite dei Sacchi e del Rosario, i gagliardetti delle associazioni combattentistiche, la bandiera della Croce rossa. In apertura monsignor Guizzardi aveva dato lettura di un commosso e intenso ricordo di Baviera del vescovo emerito Carlo Caffarra, che ha sottolineato come per il monsignore centese «la tradizione non era un ostacolo all’evangelizzazione». Don Gallerani ha in conclusione ricordato come Baviera sia stato «la perfetta sintesi tra fede e ragione dando vita a una «felice stagione di crescita». Il vescovo Zuppi ha anche voluto sottolineare la preziosa cura posta nell’assistenza a monsignor Baviera da parte di Roberta Bombardi e Luisa Cassani, unitamente alla badante russa Luba. Al termine si è formata una processione che ha accompagnato il feretro fino al cimitero.

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