La donna, una trentottenne albanese residente nel modenese, era uscita di casa la sera del 19 e non vi aveva più fatto rientro. I famigliari, preoccupati, tentavano inutilmente di contattarla al cellulare, ma nono avendo risposta si decidevano nella notte ad informare la Questura di Modena della scomparsa della congiunta. L’ufficio di p.s. diramava le ricerche, comunicando anche il numero di cellulare in uso alla malcapitata. L’operatore della Centrale Operativa dei Carabinieri di Cento (FE), nella notte del 20 ottobre, componeva ripetutamente il numero di cellulare, nella speranza di ottenere riscontro. All’ennesima chiamata, la donna rispondeva al militare e, con frasi confuse e sconnesse, faceva intendere di essere a bordo della sua autovettura ma di non sapere/conoscere il luogo ove si trovava in quel momento. L’operatore della centrale, avendo compreso che la donna non stava bene, la invitava a procedere adagio sino ad un cartello segnaletico, ed arrestarsi col veicolo nei pressi dello stesso, con le quattro frecce accese. La donna, seppur confusa e disorientata, riusciva a raggiungere un cartello con la scritta “Casumaro” e lì si arrestava, come richiestole dal Carabiniere. In zona, per le ricerche, venivano inviate le pattuglie della Radiomobile di Cento e delle stazioni di Casumaro e Bondeno, che riuscivano ad individuare il veicolo sulla via per Ferrara, tra Casumaro e Mirabello. Sul posto veniva fatta confluire un’autoambulanza del 118 che soccorreva la donna e la trasportava all’ospedale di Cona per l’assistenza medica necessaria. Nel frattempo i Carabinieri recuperavano l’auto della donna ed avvisavano del buon esito delle ricerche i famigliari in apprensione.
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