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Carnevale a Renazzo, il Comune dà il patrocinio al volume scritto in dialetto

DiGiuliano Monari

Dic 23, 2020


La Giunta Comunale ha approvato il patrocinio per il ‘Circolo amici del museo di Renazzo’ sostenendo economicamente la realizzazione del volume “Fasulén fa testamèn cuntand stori dla so zènt – zirudelle del carnevale di Renazzo” in dialetto ed italiano, redatto dal professore  Bruno Bertelli, esperto di tradizioni e storia locale e membro della Commissione toponomastica cittadina.

Il Carnevale ed il dialetto sono due elementi cardine della cultura popolare, troppo spesso scarsamente considerata e raramente valorizzata quasi a ritenerla “cultura di serie B”. Negli anni recenti, tuttavia, qualcosa sta cambiando e la valorizzazione della cultura popolare sta emergendo come uno degli elementi distintivi per la promozione delle tipicità locali e per la fruizione di quell’assoluto valore distintivo del nostro Paese.

<<Il Carnevale è l’esempio concreto di compenetrazione fra cultura e tradizione – commentano il vicesindaco Simone Maccaferri e l’assessore ai servizi bibliotecari Mariacristina Barbieri – e attraverso questo nuovo lavoro  ci immergiamo in un viaggio che attraversa la storia e la cultura degli ultimi cinquant’anni di Renazzo>>.

Attraverso le ‘zirudelle’, ovvero storie rimate composte in dialetto, sarà possibile conoscere i temi che stanno più a cuore alla comunità renazzese, grazie al sapiente uso del dialetto renazzese. Dialetto che, grazie alla traduzione in rima presente nello stesso libro, potrà essere apprezzato appieno anche da chi ha meno dimestichezza con questa lingua.

E’ proprio per questo connubio di cultura e tradizione, che mira a dare lustro e rendere fruibile anche nel futuro questi elementi centrali della vita di un centro, come quello di Renazzo, così legato alle proprie tradizioni, che l’Amministrazione Comunale ha voluto sostenere questo libro.  “Sappiamo che coltivando e tramandando le tradizioni e la cultura popolare, come questo libro vuole fare, Renazzo potrà continuare ad attingere a quel nucleo di valori e di conoscenze che sono fondamento per innovare il proprio modo di essere sì comunità moderna e proiettata al futuro, ma saldamente legata alle proprie origini” – concludono Maccaferri e Barbieri.

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