“Il presidente-candidato alla segreteria del Pd Bonaccini si rimangia la preintesa da lui stesso siglata il 28 febbraio 2018 sull’autonomia regionale. Bonaccini evidentemente non ha studiato il contenuto di quella intesa e prende in giro gli emiliano romagnoli chi lo hanno votato dicendo il contrario di quello che aveva promesso”. Ha esordito così, nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi presso la saletta Stampa della sede dell’Assemblea legislativa, il capogruppo della Lega in consiglio regionale e commissario Lega Emilia, Matteo Rancan. Una sonora bocciatura delle dichiarazioni rilasciate dal governatore Stefani Bonaccini all’indirizzo del Ddl Calderoli sull’autonomia regionale. “Le parole di Bonaccini e della sua Giunta, ora ossessionata dalle dinamiche congressuali del Pd, sono irricevibili ed ipocrite e dimostrano la volontà di sacrificare il bene dei cittadini per questioni politiche interne al Pd” ha aggiunto il capogruppo della Lega.
Rancan ha ricordato che la preintesa del 2018, firmata all’unanimità dall’Assemblea regionale, è alla base del Ddl Calderoli dal momento che ne recepisce i passaggi che oggi Bonacini critica e considera non percorribili. “Ricordo a Bonaccini – ha aggiunto Rancan – che la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni a cui la preintesa votata dalla nostra Regione fa riferimento, rimanda a una legge dello Stato del 2001 che ne prevede la definizione. E la legge 197 del 2022 prevede che l’attribuzione dei livelli di autonomia sia subordinata alla determinazione dei livelli di Lep. Quanto poi alla gradutalità di applicazione, l’articolo 4 comma 1 lettera C stabilisce tempi precisi, tra uno e cinque anni dalla sottoscrizione dell’intesa. Credo che Bonaccini dimostri qui tutta la sua mancanza di studio sul tema”.
Su scuola e sanità, i temi su cui è calata la bocciatura di Bonaccini, Rancan ha poi avuto vita facile a dimostrare la infondatezza della posizione del presidente della Regione. “L’articolo 1 della preintesa – ha precisa Rancan – dice che spetta alla Regione la programmazione dell’offerta dell’istruzione regionale. Un’affermazione votata già da Bonaccini e che ora il presidente-candidato segretario Pd sconfessa per una ragione di solo calcolo politico essendosi resi conto che questa preintesa è scomoda per chi punta oggi alla segreteria del Pd”. “Dati alla mano – ha aggiunto Rancan – le leggi nazionali su cui si basa la preintesa del 2018 smentiscono le affermazioni del presidente Bonaccini che adesso frena, prende in giro i suoi stessi elettori dicendo il contrario di quanto affermato e votato”.
Nessun pretesto elettorale, quindi, per il Ddl Calderoli approvato dal Consiglio dei Ministri: “Ci dispiace essere rimasti soli a credere e volere l’autonomia differenziata della nostra Regione – ha aggiunto Rancan – perché questo testo è stato creato sulla base della preintesa votata dalla nostra Assemblea, Noi proseguiremo nella nostra battaglia, mentre Bonaccini dovrà spiegare ai suoi elettori un voltafaccia clamoroso”.