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ARDIZZONI: UN SECOLO DI STORIA ED EMOZIONI – Foto Ardizzoni compie 100 anni

DiGiuliano Monari

Gen 25, 2021

Intervista di Di Manuela Armida – 100 anni di storia della fotografia dal bianco e nero al digitale, tre generazioni di artisti della fotografia made il Cento. La ditta fu fondata dal Sig. Giovanni nel lontano 1921 quando, appena diciottenne, decise – con coraggio e intuito – di rilevare l’attività nella quale lavorava e in cui, non a torto, ha creduto fortemente; nonostante la fotografia a quel tempo non fosse ancora così tanto diffusa.

Quel ragazzo – abile e valoroso – diventerà presto pioniere della fotografia a luce artificiale e fotoreporter di grande levatura; il suo lavoro sarà arricchito, negli anni, dal prezioso contributo del figlio Carlo che – dopo una lunga formazione in Germania – in quel negozio a piano terra (lo stesso dove ancora oggi si svolge l’attività) istituirà il primo laboratorio per trattare e sviluppare foto a colori.

Oggi la Ditta Ardizzoni – che sembra essere l’unica attività esistente nella realtà centese da un secolo e gestita ancora dalla famiglia fondatrice – è alla terza generazione; al timone troviamo infatti Gianluca, coadiuvato dal fratello minore Fabio.

La passione – racconta il primo – mi è stata tramandata in modo del tutto spontaneo da mio nonno Giovanni; con lui – nel periodo delle vacanze estive – trascorrevo molte ore in camera oscura a stampare le fotografie, piuttosto che andare ai giardinetti a giocare con gli amici”.

Già… La camera oscura, i rullini e il fascino di quella vecchia tradizione in cui le foto erano limitate e gli scatti erano ponderati; perché quello era il periodo dell’analogico, del “senza trucco e senza inganno”, in cui bisognava attendere i lunghi tempi di lavorazione per un risultato troppo spesso deludente. Era l’epoca in cui una foto sbagliata era una foto persa, ma che – anche se del tutto sfocata – si conservava comunque gelosamente, perché si ricordava esattamente l’istante in cui era stata scattata e l’emozione che aveva fatto pigiare quell’unico tasto esistente in quella – non molto maneggevole – macchina fotografica; e, quando quel tasto andava a vuoto perché il rullino era terminato, in mano non avevamo niente e la curiosità ci spingeva ad andare a sviluppare in tutta fretta le nostre foto.

Poi tutto cambiò con la rivoluzione degli anni 2000, in cui le immagini vengono catturate attraverso sensori fotografici. Entriamo così nell’epoca del digitale che spazza via i rullini, gli scatti diventano illimitati, la fotografia è alla portata di tutti e il ritocco è d’obbligo! Si aprono infatti le porte a nuove tecnologie che consentono accorgimenti e modifiche in grado di fare letteralmente i miracoli! Basta prendere un cellulare, scattare una fotografia e – magicamente – ne vediamo l’anteprima sul display, la modifichiamo, la salviamo e la condividiamo istantaneamente.

È l’epoca in cui si vive il paradosso per cui si scattano innumerevoli foto ma se ne stampano poche, perché tutti i nostri ricordi vengono purtroppo affidati alla memoria di uno smartphone.

Questo passaggio dall’epoca “del nonno a quella del nipote”, non è stata di certo indolore per il settore. “Cosa ha determinato la rivoluzione digitale in vista anche del proliferare di siti che riescono a stampare tante foto a prezzi contenuti”, chiedo.

Gianluca, alzando le spalle e con l’espressione di chi conosce bene il peso della sua passione, mi risponde: “probabilmente a causa della crisi, la gente guarda soltanto al prezzo, si vuole ottenere una massima resa con una minima spesa, ma la differenza tra una stampa presso un fotografo e quella attraverso un sito, sta proprio nel risultato, perché – mi spiega dettagliatamente – senza voler offendere nessuno, un grande laboratorio industriale riceve quotidianamente una mole di lavoro così elevata da non poter ovviamente curare ogni dettaglio di ogni fotografia; si avrà quindi una stampa di foto migliorate, ma meccanicamente”.

Dalle parole di Gianluca emergono tanta professionalità e tanto amore per la fotografia. In quel laboratorio si fiuta nell’aria la passione per questa nobile (e troppo spesso sottovalutata) arte, ogni suo angolo è intriso di storia e di sudore, e percorrendone il corridoio non ci si può non soffermare dinanzi ad ogni immagine affissa, è impossibile non restare affascinati dai dettagli messi in risalto con maestria, dagli scorci di paesaggi che sembrano dipinti, colori e chiaroscuri che lasciano senza fiato, il tempo sembra fermo… tutto questo è “semplicemente” la magia della fotografia e la professionalità di chi – come la famiglia Ardizzoni da ben tre generazioni – sa catturare un’emozione in un’immagine e gli occhi di chi la osserva.

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