“Tirocinanti gratis per chi assume i richiedenti asilo: è l’ennesima, gravissima beffa per i lavoratori italiani che rischiano di essere sostituiti da immigrati arrivati clandestinamente nel nostro Paese, addirittura già nel periodo della formazione”. E’ Andrea Liverani, consigliere regionale Lega Nord Emilia Romagna, a segnalare il fenomeno in aumento, a quanto pare nei mesi del lavoro stagionale: “Su tutto il territorio regionale abbiamo ricevuto segnalazioni del fatto che alcune cooperative sociali, operanti nel settore dell’accoglienza, propongono, con una sorta di porta a porta, questa possibilità di inserimento lavorativo per i richiedenti asilo, alle aziende, anche del settore agricolo, in cerca di stagionali”, spiega Liverani.
“La proposta che viene fatta alle aziende è di assumere, come tirocinante, un sedicente profugo per tre mesi, pagando 450 euro per il primo mese (comprensivi degli oneri previdenziali) e nulla più, perché poi a remunerare il soggetto, per i mesi successivi, ci pensa l’ente pubblico”.
Si tratta di una sperequazione inaccettabile che danneggia gravemente i giovani italiani in cerca della prima occupazione: “E’ evidente che gli imprenditori, a loro volta in difficoltà per la crisi economica, possano preferire un bracciante a costo ridotto, rispetto ad uno da pagare a costo pieno” e in questo modo “si compie l’ennesimo raggiro, dato che i soldi pubblici utilizzati per coprire i costi del tirocinio dei profughi, arrivano comunque dalle tasche dei cittadini, che li hanno versati sotto forma di tasse”, aggiunge il consigliere.
La cosa ancor più inaccettabile, per Liverani, è che “questa possibilità di lavorare a spese della comunità, coinvolge anche i richiedenti asilo che non hanno ancora ottenuto risposta alla domanda di protezione internazionale e che, dunque, potrebbero essere dichiarati irregolari da un giorno all’altro”.
A quanto risulta, esistono svariati progetti a sostegno dei tirocini sovvenzionati destinati ai profughi e, sul tema, Liverani ha presentato una interrogazione alla giunta regionale, per conoscere, nel dettaglio, quali e quanti siano i percorsi di questo genere avviati sul territorio e con che fondi siano stati finanziati. “Il danno potenziale ai giovani italiani è gravissimo, considerando che per molti di loro il tirocinio è uno dei pochi canali di inserimento ancora aperti nel mondo del lavoro”, conclude il consigliere.