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Andalini: La pasta buona che “fa bene”. L’intervista a Massimo Andalini

DiManuela Armida

Mar 11, 2021

“Un prodotto fatto bene e che fa bene! Infatti, Andalini è anche particolarmente sensibile al tema della solidarietà e spesso la vostra pasta raggiunge anche chi “non sempre ce la fa” e ha bisogno di un aiuto. So che collaborate con Caritas e con altri enti attivi sul fronte della beneficienza. “

Di Manuela ARMIDA

Elementi semplici, naturali e certificati, la tradizione associata alle nuove tecnologie e la consapevolezza di dar vita ad una pasta buona e genuina come quella di un tempo, nel rispetto della tradizione del territorio e delle materie prime di qualità eccellente: tutto questo, in poche parole, è la pasta a marchio Andalini.

Una vera e propria istituzione per il territorio, faccio un salto nello storico pastificio dove incontro Massimo Andalini. Tutto nasce nel 1956 dalla storia d’amore di due giovani centesi coraggiosi, Arrigo ed Egletina, che, conosciutisi sul posto di lavoro (il pastificio Barbieri, loro nido d’amore), passavano la maggior parte delle proprie giornate letteralmente con le mani in pasta.

Percorrendo i corridoi, si respira tutta la storia di questa famiglia che ha saputo costruire e mantenere – negli anni – i segreti di produzione di un prodotto unico. Acqua, uova e semola: le ricette delle nonne continuano a vivere in macchinari sofisticati e all’avanguardia. Il passato e il moderno. Si sente l’odore della tradizione.

“La vostra è una realtà con una storia importante. Tutto nasce dall’intuizione di questi due giovani che convertirono la produzione di pasta fresca in pasta secca e, trasferitisi in un piccolo stabilimento, dopo alcuni anni ricercarono il modo per seguire l’innovazione pur restando legati alla tradizione. Poi nel 1981 subentra appunto lei, Massimo Andalini, che ha dato un grande contributo e da allora ci fu una vera e propria svolta per il marchio Andalini”

“Si. In quegli anni, avevo già acquisito la giusta esperienza. Ho rilevato l’attività e ho fondato il pastificio Andalini Massimo & C., per poi – nel 1992 – alzare il livello qualitativo e quantitativo della produzione, costruendo e lavorando in un nuovo e moderno stabilimento dotato di tecnologie all’avanguardia. Nel 2001 continua poi l’espansione, e prendiamo sotto la nostra ala il Pastificio La Sovrana, a Canosa di Puglia, per esprimere al meglio la cultura della pasta mediterranea con la produzione di paste speciali di semola.”

Anche di amore se ne percepisce parecchio, quando – durante l’intervista – il Signor Massimo Andalini parla di questa eccellenza che il mondo ci invidia e che raggiunge, grazie alle massicce esportazioni, le tavole di tutto il mondo. La vostra pasta non conosce confini…

“Si – racconta Massimo Andalini mentre accenna un sorriso orgoglioso – con l’ingresso di Simona, mia figlia, siamo arrivati in tutto il mondo, il 40% di pasta noi lo vendiamo in America, in Canada, Brasile, Francia, Inghilterra, Germania.”

Beh! Rappresentate – a dir poco egregiamente – la nostra nazione; d’altronde non c’è niente di più italiano della pasta!

Oggi le richieste sono innumerevoli e svariate e voi, come Pastificio, rispondete a tutte le esigenze alimentari che si sono moltiplicate negli ultimi anni.

“Abbiamo cercato di fornire varie gamme, partendo dalla linea Antica Tradizione – che porta sulle tavole una pasta all’uovo autentica e gustosa, prodotta seguendo ancora la ricetta originale – passando per la linea (pratica e veloce ma di qualità) cosiddetta “4 Minuti” che, grazie alla sfoglia sottile, consente una cottura rapida, fino ad arrivare, ancora, alla gamma delle biologiche. Cerchiamo insomma di rispondere alle varie richieste del mercato, mantenendo sempre le proprietà e la bontà di una pasta unica.”

“Un prodotto fatto bene e che fa bene! Infatti, Andalini è anche particolarmente sensibile al tema della solidarietà e spesso la vostra pasta raggiunge anche chi “non sempre ce la fa” e ha bisogno di un aiuto. So che collaborate con Caritas e con altri enti attivi sul fronte della beneficienza. “

“Noi come Andalini, siamo vicini (e lo siamo sempre stati) ai bisognosi, cerchiamo di fare la nostra parte, di aiutare il prossimo. Ci siamo proposti – insieme con il Banco Alimentare – di rifornire gli scaffali dell’Emporio Solidale, un progetto molto importante della Caritas, nel quale crediamo molto e che sta già dando ottimi risultati in altre realtà. Quando si può aiutare lo si fa con piacere, spesso chi ha bisogno non chiede aiuto ma la conoscenza del territorio aiuta anche a raggiungere chi cerca di rimanere in sordina. Soprattutto cerchiamo di far qualcosa senza offendere nessuno.”

Il tono con cui mi parla il Signor Massimo Andalini delle sue collaborazioni con alcuni importanti enti attivi sul territorio, è quello di un uomo che conosce bene i bisogni della gente; se è vero – da un lato – che la solidarietà è cosa nobile quando resta anonima perché – come dice Seneca – chi ha fatto beneficio deve tacere, è anche vero che in un momento storico così delicato, ho scelto di dar voce a chi sceglie di aiutare, in silenzio e senza ostentazione, affinché possa essere d’esempio il gesto e il modo nobile di chi decide di fare e fa del bene. Perché vogliamo essere tutti contagiati da ciò che ci rende davvero ricchi: la benevolenza,

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