Di Redazione – Fotoservizio Ingrid Tugnoli
Con il monologo ‘LA VERSIONE DI BARBIE’, interpretato da Alessandra Faiella, domenica 26 gennaio è stato ufficialmente riaperto il centro polifunzionale Pandurera. “Dopo 20 mesi – ha detto il sindaco di Cento Piero Lodi visibilmente emozionato – riconsegnamo una parte della Pandurera alla città ed in particolare al Teatro”. Giustamente orgogliosa, la Presidente della Fondazione Borgatti Claudia Tassinari, ha sottolineato come sia stato importante “dopo un anno e 8 mesi dal terremoto, poter rientrare alla Pandurera dando al Teatro una collocazione più consona dopo l’esperienza del Palaborgatti”. La riapertura del Centro è stata l’occasione per offrire agli Amici del Teatro e non solo, una piacevole intervista all’attrice che, stimolata dal giornalista Giuliano Monari – Direttore di areacentese.com e Presidente del Circolo della Stampa ‘G. Pederiali’ di Cento – ha raccontato se stessa e presentato il libro da cui è stato tratto il monologo. Con questo monologo comico e ad alto contenuto satirico si apre dunque ufficialmente il Cartellone di Prosa in Rosa 2014, novità inserita dal cda della Fondazione per valorizzare la figura della donna. L’attrice diretta da Milva Marigliano si interroga sulla felicità raccontata nelle favole che non sempre corrispondono alla vita reale. E naturalmente lo da sempre in maniera dissacrante e pungente: “Ma quali favole ci hanno raccontato? La Bella Addormentata si sa, era imbottita di Xanax e non si può pretendere che fosse molto lucida – afferma la Faiella – Ma Biancaneve? Per secoli ci hanno fatto credere che fosse felice di essere la schiava per sette nanerottoli probabilmente nemmeno superdotati! E perché – ne ha per tutti l’attrice – la Bella deve sposare una bestia e non avviene mai il contrario? Più che una fiaba, la vita di una donna è un horror! Sin dall’infanzia! Ad allietarci ci pensava la Barbie, il prototipo della donna ideale: bella e magra, multitasking, seduttiva, emancipata ma eterna fidanzata di un tronista. La Barbie è una donna perfetta, noi no. E allora? E allora smettiamo di lamentarci e prendiamo in mano la nostra vita”. Ne “La versione di Barbie”, la Faiella attraversa con piglio ironico e dissacrante la formazione della donna di oggi, invitando il gentil sesso a uscire dal tunnel della finta emancipazione poiché “il sonno della ragione ha già generato troppi mostri”.